Non ci sarà nessuna commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid-19 in Piemonte, regione tra le più colpite con Lombardia ed Emilia-Romagna. A differenza di quanto avvenuto al consiglio regionale lombardo, dove a fine maggio è stata istituito un organismo per indagare la gestione a livello regionale, a ovest del Ticino non avverrà: la Lega si è opposta e, dopo alcune giornate di discussione all’assemblea regionale, alla fine l’ha spuntata. Ci sarà soltanto un gruppo di lavoro, una sottocommissione, all’interno della commissione IV, quella che si occupa di sanità e assistenza. A differenza da quella d’indagine, guidata da esponenti dell’opposizione, questa sarà presieduta da un uomo della maggioranza, Alessandro Stecco (presidente della quarta commissione). Inoltre non avrà quei poteri che permettono di approfondire, come la possibilità di far cadere il segreto d’ufficio per i dipendenti regionali o quella di acquisire documenti.

Tra la maggioranza, che sostiene il presidente forzista Alberto Cirio e il suo assessore alla Sanità, Luigi Icardi (Lega), e l’opposizione c’è stato un lungo confronto e sembrava quasi che il Carroccio dovesse accettare l’istituzione di questo gruppo di lavoro, ma ieri tutto è sfumato. “Risalgono appena a questa mattina (mercoledì per chi legge, ndr) le dichiarazioni del presidente del gruppo della Lega, Alberto Preioni, secondo il quale non si sarebbero sottratti alla creazione di questo importante strumento di lavoro al contrario di quanto si stava facendo a Roma o in Emilia Romagna. Invece la Lega, ancora una volta, si sottrae a qualsiasi confronto”, ha dichiarato Raffaele Gallo, portavoce dei consiglieri del Pd. Secondo il capogruppo M5s, Sean Sacco, “le minoranze sono state calpestate. Se la maggioranza pensa che le responsabilità arrivino dal passato, usi la commissione per evidenziarlo. Altrimenti vuole dire che non è così tranquilla e forse ha qualcosa da nascondere”.

Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi, uguali e verdi (Luv), ha definito il comportamento della maggioranza “da voltagabbana”: “Nella commissione di inchiesta i documenti possono essere dati ai consiglieri, nell’indagine no. Noi vogliamo chiarezza, voi prendete in giro il consiglio regionale”. Nulla da nascondere, ha replicato la Lega tramite il capogruppo Preioni: “Questa maggioranza ha intenzione di dotare il consiglio regionale di un organo ufficiale per fare chiarezza sulle tante cose che hanno funzionato e le poche che non hanno funzionato, non ne facciamo una questione di nome, vogliamo un organo che possa essere veramente di aiuto – ha detto – Maggioranza e giunta non hanno nulla da nascondere ed è fuori luogo continuare a parlare di un caso Piemonte che non esiste. Ma non vogliamo una commissione perché l’opposizione possa fare speculazione politica, dobbiamo tutelare la nostra maggioranza”. Il timore del Carroccio, quindi, è quello di una possibile strumentalizzazione dell’indagine.

Eppure un “caso Piemonte” c’è stato, ha ribattuto Grimaldi: “Ci ha portati a essere la seconda regione più colpita dal Covid. Dobbiamo capire perché nella nostra Regione non siamo stati in grado di tutelare chi lavorava in prima linea per tutti noi, in particolare il personale socio-sanitario, e i più fragili”. “La commissione che abbiamo richiesto non è un tribunale della Santa inquisizione, ma uno strumento legittimo previsto dallo Stato regionale e utile per fare chiarezza”, hanno aggiunto i consiglieri del gruppo M5s. Il Pd pensa di avere ancora possibilità: “Lanciamo un ultimo appello pubblico per l’avvio di una commissione speciale che faccia chiarezza, e ponga le basi per migliorare il sistema sanitario”, ha detto il capogruppo Gallo.

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