Un’isola sempre più isolata. Mentre viene dissotterrata l’idea millenaria del ponte sullo Stretto, i collegamenti per la Sicilia vengono cancellati o ripristinati a un costo più elevato. Inginocchiati già dall’improvviso annuncio di Alitalia del taglio dei voli su Trapani, a pochi giorni dalla riapertura post lockdown, neanche i trasferimenti da e per l’isola via treno godono, infatti, di ottima salute. La buona notizia in realtà c’è, ovvero che riprenderanno a viaggiare i treni notturni, interrotti durante l’emergenza sanitaria, ma è quasi annullata da un’altra novità: il biglietto base costerà il 40 percento in più. A denunciarlo è la Uil Trasporti: “Il costo base di un viaggio con un intercity notte di Trenitalia da Palermo a Roma il 20 giugno, per esempio, costa 156 euro: prima sulla stessa tratta c’era un costo base” di 90 euro circa”, dice Michele Barresi della Uil Trasporti siciliana.

Per Trenitalia d’altronde, la copertura economica dei viaggi è senza dubbio più a rischio: le restrizioni Covid impongono l’utilizzo singolo delle cuccette: “I compartimenti cuccette a quattro posti, se non occupati da nuclei familiari – continua Barresi – per garantire il distanziamento sociale dovranno essere interamente riservati ad un unico viaggiatore”. Un unico viaggiatore per tutta la cuccetta, sul quale ricade il costo di 156 euro. Ma con la speranza delle offerte economy: “Con disponibilità però di posti, possibilità di cambio viaggio e di periodi limitati”, sottolinea ancora il sindacalista.

Negli anni il dibattitto sulla penalizzazione del viaggiatore verso la Sicilia appesantito da tariffe troppo care è sempre stato infuocato. Adesso la situazione pare addirittura peggiorare. Prima Alitalia, adesso pure Trenitalia, e tutto per colpa del Covid-19: “È ovvio che le disposizioni necessarie per garantire la sicurezza dei viaggiatori nei treni notte pongono alla società Trenitalia restrizioni che penalizzano fortemente l’offerta di posti e la sostenibilità economica del servizio stesso – continua Michele Barresi – ma pur senza addossare colpe al gestore il risultato resta quello di una forte penalizzazione dell’utenza che si trova a dover sostenere costi maggiorati. Parliamo di un servizio base treni-cuccette utilizzati da fasce sociali di utenza medio bassa per cui rincari di questa portata rischiano di essere insostenibili: spetta alla politica regionale intervenire con urgenza per trovare giuste interlocuzioni col Governo nazionale”.

Intanto ad aggravare la possibilità di accedere all’Isola, e quindi ad appesantire la stagione turistica, era arrivata la decisione di Alitalia di interrompere tutti i voli sull’aeroporto di Trapani Birgi da Milano e Roma, a cominciare dal mese di luglio, nonostante i biglietti già prenotati e nonostante l’impegno del comune di Marsala di garantire circa 600mila euro. “A pochi giorni dalla riapertura ufficiale dopo il lockdown dell’aeroporto di Trapani Birgi, la compagnia aerea Alitalia, attraverso una call conference con la dirigenza di Airgest, società di gestione dello scalo, ha improvvisamente e unilateralmente comunicato di cancellare le proprie rotte. E, inoltre, Alitalia ad oggi non ha mai firmato il contratto con il comune di Marsala che le avrebbe garantito, in modo di rapido e diretto, oltre 600mila euro grazie alla legge regionale 24/2016”, fa sapere l’ufficio stampa di Airgest in un comunicato di fuoco. Il perché della decisione è presto detto: “L’incontro con cui ci hanno annunciato il sostanziale abbandono è durato pochi minuti. Non siamo in grado di guadagnarci e allora andiamo via. Con queste poche parole ci hanno liquidati”, sostiene Salvatore Ombra, presidente della società che gestisce lo scalo della Sicilia occidentale.

Purtroppo, a causa dell’emergenza Coronavirus, Alitalia è stata costretta a ripensare piani e strategie e, dopo il lockdown, ha riattivato solo il 30% dei voli. E ingiusto raccontarlo come un problema esclusivamente siciliano e, soprattutto, come una questione definitiva. Alitalia non ha abbandonato Trapani, né tanto meno la Sicilia, ha solo temporaneamente interrotto delle tratte in diversi aeroporti di tutto il territorio, quelle meno utilizzate, ma conta di tornare presto alla normalità”, ha spiegato il viceministro dei Trasporti Giancarlo Cancelleri. Dopo le polemiche, infatti, Alitalia ha provveduto a calmare gli animi, annunciando più voli: raddoppia il numero dei collegamenti da Milano verso Catania e Palermo. Aumentano i voli ma i costi non si abbassano. A cercare un volo da Milano su Catania, a luglio, si leggono, infatti, tariffe che non si stenta a definire vertiginose: da 336.90 a 400 euro. A onor del vero, però, sono molto più abbordabili le tariffe con scalo a Palermo: sotto i 200 euro. E dire che il governo regionale per rilanciare il turismo aveva messo a disposizione un budget di 75mila euro per garantire uno sconto del 33 percento a chi avesse scelto un soggiorno in Sicilia. Visti i costi dei trasporti, più che uno sconto, pare una “carezza”.

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