Stop alle relazioni industriali con ArcelorMittal, richiesta di intervento delle istituzioni locali, a cominciare dal governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, e dei parlamentari ionici, verifica con l’Inps sulla correttezza delle modalità con cui la multinazionale dell’acciaio ha avviato la cassa integrazione ordinaria per il Covid. E un avviso: la protesta è pronta a tornare nelle strade.

Il Consiglio di fabbrica di Fim, Fiom e Uilm dello stabilimento ex Ilva di Taranto si muove dopo l’incontro di martedì tra il governo e i segretari delle tre sigle sul nuovo piano industriale presentato dal gruppo franco-indiano che prevede 5mila esuberi tra licenziamenti e mancati reintegri, slittamento del rifacimento dell’altoforno 5, cuore pulsante del siderurgico, e la richiesta di quasi 2 miliardi di risorse pubbliche.

Un confronto su cui i sindacati esprimono “un giudizio negativo” reputando “inaccettabili i continui rinvii da parte del governo che non affronta i nodi cruciali della stessa vertenza”, si legge nella nota diffusa al termine del Consiglio di fabbrica che evidenza anche “l’assenza dei parlamentari ionici, Istituzioni locali e Regionali che sono rimasti in assoluto silenzio rispetto alle mobilitazioni dei lavoratori degli ultimi giorni”. Critiche a tutti e un avviso, segno dell’esasperazione sempre più palpabile nelle acciaierie: “In assenza di risposte certe nei prossimi giorni ci autoconvocheremo, con i lavoratori, nelle sedi istituzionali”.

Preso atto dell’atteggiamento della multinazionale, in merito alla cattiva gestione delle relazioni industriali, dunque, spiegano Fim, Fiom e Uilm, si “ritiene non più perseguibile un confronto con la dirigenza”. Unici interlocutori riconosciuti dai sindacati, pertanto, resteranno “i ministeri competenti, la gestione commissariale e gli enti ispettivi e/o la Procura relativamente alle problematiche di sicurezza e contrattuali”., si legge nella nota diffusa dopo la riunione arrivata al termine dello sciopero di 24 ore proclamato a partire da martedì mattina.

Quanto all’intervento della Regione Puglia, il Consiglio di fabbrica ha invitato il governatore Emiliano a convocare con urgenza un consiglio regionale monotematico con tutti i soggetti interessati alla vertenza ex Ilva. Non solo: accurate verifiche con l’Inps saranno poi effettuate sul dossier ammortizzatori sociali, annunciano Fim, Fiom e Uilm.

“Le Rsu relativamente alla proroga della cassa integrazione guadagni si rivolgeranno all’Inps per le modalità con cui ArcelorMittal ha avviato la stessa procedura e le irregolarità emerse durante l’utilizzo della Cigo con causale Covid-19″, spiegano i sindacati che avvisano come, in mancanza di risposte certe nei prossimi giorni, si “autoconvocheranno”, insieme ai lavoratori, davanti alle sedi istituzionali. La protesta per la vertenza, come accadde nel luglio di 8 anni fa quando scattò il sequestro del siderurgico per l’inchiesta penale sulla gestione dei Riva, è pronta a tornare nelle strade.

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