La statua di un commerciante di schiavi del 17esimo secolo, Edward Colston, è stata demolita, trascinata per le strade e poi gettata nel fiume dai dimostranti antirazzisti nel secondo giorno di proteste a Bristol, nel Regno Unito, nate dopo l’uccisione di George Floyd, l’afroamericano soffocato da un agente di polizia a Minneapolis.

Il monumento dedicato a Edward Colston è stato eretto dopo la sua morte nel 1721 per aver donato tutte le sue ricchezze e beni a vari enti benefici: come membro della Royal African Company, si ritiene però che abbia trasportato circa 80mila uomini, donne e bambini dall’Africa all’America. I media britannici hanno diffuso le immagini del momento in cui la statua, legata con delle corde, è stata tirata giù dal piedistallo dai manifestanti che esultano e applaudono. Simbolica poi la foto che un dimostrante si è fatto scattare una volta che il monumento è caduto a terra: con un ginocchio il ragazzo ha schiacciato il collo di Colston, replicando il gesto del poliziotto che ha soffocato Floyd.

Quella di Colston, non è la prima statua colpita. Negli Stati Uniti, sempre durante le manifestazioni legate al movimento Black Lives Matter, diverse opere sono state imbrattate o direttamente abbattute dai dimostranti: dal monumento dedicato al comandante generale della Confederazione Robert Lee durante la guerra civile, che già il governatore democratico della Virginia Ralph Northam intendeva rimuovere dalla capitale Richmond, a quello dedicato all’ex sindaco di Philadelphia e capo della polizia Frank Rizzo, fortemente criticato per le politiche discriminatorie nei confronti delle minoranze, tra cui anche gli afroamericani.

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