“In Italia c’è un razzismo latente, se non lo riconosci, fai parte del problema”. È questo il grido di protesta delle migliaia di persone che si sono radunate questo pomeriggio davanti alla stazione Centrale di Milano in solidarietà alle proteste statunitensi dopo la morte di George Floyd. Tra i manifestanti c’erano tanti studenti italiani di origini africane che sono scese in piazza per la prima volta: “Ci sentiamo milanesi come tutti voi, siamo italiani neri, tutti uguali”, spiegano alcune donne che manifestano insieme ai propri figli. Ma il dito è puntato anche contro la politica: “Il razzismo è un’inquinante che sta anche nelle leggi italiane: dalla Bossi-Fini ai decreti Sicurezza” attaccano dal palco, mentre alcune cittadine criticano chi “ha costruito un’intera carriera politica sull’odio razziale”. Non fanno nomi “perché non se lo meritano”. Dalla camionetta si leggono i nomi delle vittime “uccise dal razzismo strutturale in Italia”. Da Ahmed Ali Giama, bruciato vivo nel 1979 mentre dormiva per le strade di Roma, ad Abba Abdul Guiebre, ucciso a sprangate a Milano perché accusato di aver rubato un pacco di biscotti in via Zuretti. Ed è proprio qui che il presidio, trasformatosi in corteo, si dirige per ricordare tutte le vittime del razzismo perché, come dice un cartellone, “Black Lives Matter“.

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