Il messaggio fatto arrivare nelle sedi istituzionali, Comune e Soprintendenza di Firenze, è chiaro: “La pazienza è finita”, ripete da settimane il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, che ha acquistato la società viola solo un anno fa. E il tema è lo stesso che per almeno dieci anni ha portato la famiglia Della Valle prima a distaccarsi dalla società e poi a venderla: il nuovo stadio. Tra progetti che non convincono e lungaggini burocratiche, il magnate italo-americano ha capito che è il momento di tirare la corda e arrivare a una soluzione. E se non sarà così? Commisso, come anticipato dal Corriere Fiorentino, potrebbe fare addirittura un clamoroso passo indietro dopo solo un anno di presidenza. Nei prossimi giorni il patron interverrà pubblicamente per lanciare un ultimatum alle istituzioni cittadine con, al momento, il sostegno dei tifosi viola: “Stiamo con Rocco, lo stanno prendendo in giro”, ha fatto sapere lunedì il Centro Coordinamento Viola Club. Il patron gigliato, intanto, torna ad avere contatti con il sindaco di Campi Bisenzio sondando l’opportunità di uno stadio fuori Firenze. Ma il primo cittadino fiorentino, Dario Nardella, non ci sta e punta il dito contro la soprintendenza che frena su un restyling corposo dell’Artemio Franchi: “I vincoli sono inaccettabili”.

Il magnate di Marina di Goiosa Ionica e il direttore generale Joe Barone si sono convinti da tempo che l’unico modo per aspirare a posizioni di vertice debba passare da un nuovo impianto di proprietà sul modello di quello della rivale Juventus. E per farlo, Commisso ha imposto tre condizioni al Comune di Firenze: tempi rapidi per l’approvazione dei regolamenti, fine dei lavori entro il 2023, costi “ragionevoli” e autonomia nel progetto di costruzione e gestione.

Sfumato il progetto Mercafir – L’ipotesi originaria di costruire un nuovo impianto nell’area occupata dal Mercato Ortofrutticolo di Firenze (Mercafir), a nord-ovest della città, oggi è sfumata del tutto. L’idea e il progetto risalgono al 2008, quando Andrea e Diego Della Valle presentarono, con tanto di plastico, il progetto della “Cittadella viola” (non solo lo stadio, ma anche ristoranti, musei, parco giochi) e dopo quattro anni l’allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi, aveva individuato nella Mercafir l’area giusta per il nuovo impianto. Ma dopo dodici anni – a causa della mancata volontà politica e della difficoltà di trovare un altro luogo per il mercato ortofrutticolo – non se n’è mai fatto niente. Fino a settembre scorso, quando l’arrivo di Commisso aveva dato una nuova spinta al Comune. Il bando di Palazzo Vecchio pubblicato a gennaio prevedeva che la Fiorentina acquistasse per 22 milioni l’area e poi ci costruisse lo stadio in quattro anni, dopo i 24 mesi per liberare l’area. Ma Commisso a inizio marzo ha annunciato che la Fiorentina non avrebbe partecipato al bando perché non sarebbero state rispettate le tre condizioni iniziali. Il progetto quindi è sfumato: “L’idea del nuovo stadio alla Mercafir mi sembra morta”, ha detto pochi giorni fa lo stesso Renzi.

Il nuovo Franchi – L’altra opzione sarebbe quella di fare un restyling dell’attuale stadio, l’Artemio Franchi, che in soli 30 mesi porterebbe all’abbattimento delle due curve per avvicinarle al campo e creare lo spazio per edifici commerciali e altre attività non sportive in grado di finanziare la società. Ma la soprintendenza ha detto a più riprese “no” anche a questo progetto dell’architetto Marco Casamonti, in quanto il Franchi è soggetto al vincolo di patrimonio artistico. Per superare questo veto, nel fine settimana si è assistito a uno scontro interno nel Pd. La senatrice fiorentina, Rosa Maria Di Giorgi, ha definito quella dell’abbattimento delle due curve “un’ottima idea” e al Tg3 Toscana ha annunciato, a suo dire d’accordo con il ministro Dario Franceschini, una norma nel prossimo decreto semplificazione per demolire, ricostruire o ristrutturare le parti di stadi vincolati che non siano elementi essenziali all’identità del progetto. Ma poco dopo è arrivata la smentita direttamente da Franceschini: “Sono stupito – ha detto – non ho mai dato l’assenso e ho molti dubbi in generale sull’indebolimento del patrimonio storico-artistico”.

Ultima soluzione: stadio fuori Firenze – L’ultima soluzione rimasta, che convince sempre di più la proprietà viola, sarebbe quella di portare il nuovo stadio fuori da Firenze, nella vicina Campi Bisenzio. Il sindaco Emiliano Fossi sta invitando Commisso da mesi a prendere in considerazione la cosa e tra i due i contatti sono diventati molto frequenti: il Presidente viola si sarebbe convinto che ormai questa sia l’unica soluzione rimasta. Per farlo basterebbe un accordo tra privati per i 38 ettari di terreno a un costo che si aggirerebbe tra i 5 e i 7 milioni. “Nel giro di un anno potremmo partire con i lavori”, dice il sindaco di Campi Bisenzio. Sarebbe uno smacco per Nardella che infatti martedì ha provato a rilanciare la proposta di demolire parte del Franchi: “I vincoli sono inaccettabili – ha detto il primo cittadino – io sto con chi vuole investire nella città, prima i Della Valle e ora Commisso”. Ma non è detto che il Presidente sia della stessa idea.

Twitter: @salvini_giacomo

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