Ritenuto un potenziale farmaco promettente per il trattamento di Covid 19, utilizzato in alcuni paesi asiatici come in via preventiva e divenuto ancor più popolare dopo l’annuncio del presidente Usa Donald Trump, l’antimalarico idrossiclorochina o clorochina, dopo essere stato bloccato dall’Organizzzione Organizzazione mondiale della sanità, viene “bandito” dalla Francia. L’Alto Consiglio francese di Salute pubblica raccomanda di “non usare l’idrocolorochina nel trattamento di Covid 19″, fatta eccezione per i test clinici, sia assunta da sola o associata ad un antibiotico. Il ministro della Salute, Olivier Véran, si era rivolto all’organismo dopo la pubblicazione di uno studio, pubblicato su The Lancet, su questo contestato rimedio che Oltralpe è stato promosso dal virologo Didier Raoult che ha spaccato la Francia tra favorevoli e contrari.

L’agenzia francese del farmaco (Ansm) intende sospendere i test clinici “in attesa di una nuova valutazione globale rischi/benefici di questa molecola nei test clinici“. Secondo quanto riferito dall’organismo citato da BFM-TV, sono in totale 16 i test clinici di questo tipo lanciati Oltralpe. L’Agenzia francese del farmaco ha annunciato, in particolare, l’”avvio” della procedura di sospensione, a titolo “precauzionale”, di nuovi test clinici su futuri pazienti. La sospensione riguarda solo i test futuri. “I pazienti già in corso di trattamento nel quadro dei test clinici a base di idroclorochina potranno proseguire fino alla fine del protocollo”

La decisione dell’Oms fa seguito alla pubblicazione venerdì scorso nella rivista Lancet di uno studio secondo il quale il ricorso alla clorochina e ai suoi derivati, come appunto la idrossiclorochina, è inefficace quando non dannoso. I ricercatori dell’università Sorbona di Parigi hanno analizzato i dati (raccolti da 671 ospedali nel mondo) di 15.000 persone trattate con gli antimalarici e con uno dei due antibiotici che a volte gli sono stati abbinati. La terapia in qualsiasi combinazione dei 4 farmaci è risultata ba cui questi farmaci non sono stati somministrati. Il maggior rischio è stato osservato nel gruppo trattato con idrossiclorochina e un antibiotico, dove l’8% dei pazienti ha sviluppato aritmia cardiaca, rispetto allo 0,3% del gruppo di controllo. Lo studio è stato pero’ giudicato “confuso” da Raoult che aveva affermato di voler continuare con questo metodo nell’ospedale per le malattie infettive di Marsiglia dove lavora. Vari sono i test in corso su questo antimalarico, ma perplessità sono state espresse di recente anche dal direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) Nicola Magrini: “Sull’efficacia sappiamo poco, sui possibili danni e assenza di sicurezza in alcuni limitati sottogruppi di pazienti siamo abbastanza sicuri”, aveva rilevato. La stessa Aifa, però, a metà maggio aveva autorizzato uno studio italiano tra il personale sanitario, il più esposto a rischio d’infezione, con lo scopo di verificare se il suo uso prima dell’esposizione al coronavirus diminuisca la probabilità di ammalarsi.

Un altro studio è il Cop-cov (clorochina profilassi-coronavirus) promosso dall’Università di Oxford e coordinato dalla sua unità’ di ricerca in malattie tropicali dell’Università Mahidol di Bangkok (Moru), con 40.000 partecipanti in Asia, Africa ed Europa distribuiti tra circa 100 ospedali. Capofila per l’Italia è l’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (in provincia di Verona), in collaborazione con l’Ospedale Careggi di Firenze. L’obiettivo era testare l’antimalarico in studi autorizzati, ma anche l’Agenzia europea per i medicinali Ema in aprile ha richiamato l’attenzione sul rischio di gravi effetti indesiderati con clorochina e idrossiclorochina impiegati nel contesto della pandemia. Un mese erano state le autorità sanitarie canadesi a mettere in guardia dall’uso e anche la Food and Drug Administration statunitense (Fda) lo aveva fatto sottolineando tra gli effetti collaterali come “seri problemi di aritmia cardiaca”. Lo stesso Anthony Fauci, virologo e consigliere (a volte bistratto e inascoltato) di Trump, aveva osservato commentando uno studio cinese favorevole all’antimalarico:|”Non ci sono dati robusti che lo confermino, è possibile ci siano effetti benefici ma lo studio in questione non dà una indicazione forte. C’è bisogno di più ricerche”.

L’articolo su The Lancet

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