Un Recovery fund da 500 miliardi di euro attivo fino al 2022, costituito per la maggior parte di sovvenzioni a fondo perduto, in aggiunta a un bilancio europeo da circa 1.000 miliardi. Sarebbero queste le cifre della attesissima proposta che la Commissione Ue presenterà mercoledì, secondo quanto ha rivelato all’agenzia di stampa austriaca Martin Selmayr, ex braccio destro di Jean Claude Juncker, oggi rappresentante della Commissione in Austria. La cifra sarebbe identica a quella del piano messo sul tavolo nei giorni scorsi da Francia e Germania, in base al quale però gli aiuti andavano distribuiti totalmente a fondo perduto.

Selmayr invece afferma che la ripartizione tra prestiti e sovvenzioni non è ancora stabilita in via definitiva. L’ex potentissimo segretario generale della Commissione ha spiegato che “la grande maggioranza” dei fondi “saranno sussidi”, ma la percentuale di ripartizione non è ancora chiarita: il rapporto tra sovvenzioni e prestiti sarà di 60% o 70% a 40% o 30%. Questo aspetto è cruciale per l’Italia e gli altri Paesi che chiedono una prevalenza di aiuti a fondo perduto, mentre i quattro “frugali” tra cui la stessa Austria con Olanda, Danimarca e Svezia si oppongono

Dopodomani la Commissione presenterà la propria proposta sul Recovery Plan, il quarto strumento del pacchetto anticrisi Ue dopo Mes, Bei e Sure, e sul Bilancio pluriennale 2021-27, cui il piano di ripresa è legato strettamente. La proposta poi finirà sul tavolo dei capi di Stato e di governo riuniti nel Consiglio Europeo, che dovrebbero esaminarla nell’appuntamento del 17 e 18 giugno, a Bruxelles.

Selmayr afferma anche di essere fiducioso in un accordo entro l’estate, ma non nel vertice del 18 giugno che sarà solo la prima occasione alla quale seguirà probabilmente un nuovo incontro a fine giugno o inizio luglio. I fondi del Recovery andranno ai Paesi attraverso “quattro canali”: circa il 50% sarà veicolato attraverso il Recovery instrument che sostiene le riforme e rafforza la resilienza degli Stati membri. Uno strumento che già era compreso nel famoso bilancio dell’Eurozona che non è mai nato. L’altra metà andrà in tre diversi canali: nuovi fondi di coesione, fondo per la transizione equa e programma ‘Invest EU’, che sostiene investimenti strategici e dà sostegno alla liquidità per le imprese.

Selmayr spiega anche che la Commissione proporrà nuove risorse proprie: oltre alla plastic tax e al sistema di scambio di emissioni, nei piani c’è anche una tassa per le emissioni rivolta ai Paesi extra Ue, una web tax e una tassa per l’accesso al mercato interno pensata per le grandi multinazionali. Misure che potrebbero portare fino a 300 miliardi nelle casse Ue.

Per quanto riguarda la proposta sul bilancio Ue, Selmayr spiega che la Commissione punta alla cifra in discussione già a febbraio, cioè poco sopra i mille miliardi. E per accontentare i ‘frugalì, resteranno in vigore gli ‘scontì sui contributi al bilancio Ue di cui godono ora alcuni Paesi, tra cui proprio Danimarca, Svezia e Olanda.

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