Si è protratto fino a notte fonda il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi sul concorso per i docenti precari della scuola, ma alla fine, dopo mezzanotte, l’accordo è stato trovato: il concorso per i precari ci sarà, ma dopo l’estate e non sarà più a crocette ma con una prova scritta, in attesa del testo definitivo che sarà diffuso nella mattinata di lunedì. “Soddisfazione” da parte del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per essere riuscito a trovare un punto d’incontro tra le posizioni del Movimento 5 Stelle, che chiedeva un test a crocette, e quelle del Pd, che invece chiedeva una selezione che si basasse sulle graduatorie. “L’accordo c’è, a me basta questo, la maggioranza si è ricompattata“, ha commentato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in serata, intervenendo al Tg La7.

Ha prevalso, quindi, la proposta portata sul tavolo del capo del governo, una sintesi tra le posizioni dei due principali partiti di maggioranza: “Resta la prova selettiva in entrata per l’assunzione di 32mila insegnanti – spiegano fonti dell’esecutivo – Si terrà dopo l’estate e sarà in forma scritta, con consegna di un elaborato, senza quiz a risposta chiusa”. La soluzione, si spiega, “permette di combattere il precariato garantendo la meritocrazia”.

Azzolina: “Così si garantisce il merito”. Pd, M5s e Iv: “Soddisfatti”
La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che prima del vertice ha avuto un incontro con Conte, si dice soddisfatta per il compromesso raggiunto: “Bene la soluzione sul concorso straordinario per la scuola, sono soddisfatta – ha dichiarato – Vogliamo ridurre il precariato per dare più stabilità alla scuola e vogliamo farlo attraverso una modalità di assunzione che garantisca il merito. Abbiamo 78mila insegnanti da assumere nel primo e secondo ciclo fra concorsi ordinari e concorso straordinario. Sono numeri importanti e dobbiamo fare presto”.

In un post su Facebook, lunedì mattina, la ministra ribadisce che è stato confermato “il concorso come percorso di reclutamento per i docenti. È stata anche accolta la richiesta di modificare la modalità della prova, eliminando i quiz a crocette previsti nel decreto sulla scuola votato a dicembre in Parlamento. Saranno sostituiti da uno scritto, in modo da garantire una selezione ancora più meritocratica. Nel frattempo, in attesa di espletare la prova, ci saranno le supplenze dalle graduatorie provinciali che saranno aggiornate con le nuove modalità. Ringrazio la maggioranza, abbiamo raggiunto un importante obiettivo”. Adesso, ha poi aggiunto, “occorre lavorare rapidamente, insieme al Parlamento, per tradurre la misura in una norma da introdurre nel decreto scuola, dimostrando che la maggioranza ha a cuore la qualità del sistema di istruzione e, di conseguenza, gli studenti, che ne sono i principali protagonisti. Stiamo rispondendo anche ad una precisa richiesta delle famiglie che vogliono, a ragione, certezze sulla qualità del nostro sistema di istruzione e sul suo futuro.

In serata, al Tg La7, ha aggiunto: “A settembre si torna in classe, si torna a sentire la campanella, si torna tra i banchi, come è giusto che sia, come vogliono il ministro e le famiglie. Il Cts risponderà ad una serie di domande che abbiamo posto da quelle risposte lavoreremo” per il rientro a settembre, lo stiamo già facendo. “L’ esame di maturità verrà fatto in totale sicurezza, sarà un esame orale, quindi semplificato e i nostro studenti porteranno un elaborato e parleranno, spero, anche del coronavirus nella parte di Cittadinanza e costituzione”.

Ottimismo anche tra le fila del Partito Democratico che, nel vertice, è stato rappresentato da Nicola Oddati, Anna Ascani e Andrea Marcucci: “Con la mediazione trovata ha vinto non una parte politica, ma il buon senso – hanno fatto sapere – La soluzione individuata ci convince perché va nella direzione che abbiamo sempre auspicato. Ringraziamo dunque la maggioranza, la ministra e il presidente del Consiglio per il grande lavoro fatto”.

I Dem, poi, rispondono a coloro che, nelle polemiche scaturite sul tema nelle ultime settimane, li ha accusati di voler mettere in atto una sanatoria che coinvolgesse migliaia di precari: “In queste settimane – continuano – abbiamo letto provocazioni e semplificazioni di chi accusava di volere una ‘sanatoria’. È il caso di ribadirlo, il Pd non ha mai sostenuto l’idea che si potesse entrare di ruolo a scuola senza una forma di selezione. E questo perché lo giudichiamo un errore per il sistema, per gli studenti, ma anche per i precari. Perché se abbiamo 32mila posti per circa 80mila aspiranti, tutti devono poter concorrere ad occuparli”. E spiegano che per loro una selezione con un test a crocette non poteva essere considerata una soluzione sufficiente: “Noi ponevamo un problema molto serio. Le crocette non sono uno strumento di selezione adeguato. Lo avevamo accettato perché consentiva di procedere più rapidamente di altre forme, ma la pandemia ha cambiato le carte in tavola ed era quindi giusto un ripensamento complessivo. La maggioranza ha convenuto che il concorso straordinario si farà non appena ce ne saranno le condizioni, con una prova scritta selettiva, non a crocette. Si valuteranno titoli, servizio e l’esito della prova. La richiesta giusta che veniva dai precari e dai sindacati era quella di evitare un ‘concorso-lotteria’ in piena emergenza. L’abbiamo accolta e crediamo fosse doveroso farlo”.

E concludono: “L’intesa di stasera è importante perché a vincere non è qualcuno, ma la scuola. E si potrà così cominciare a restituire a questo mondo la serenità che serve per ripartire al meglio a settembre. Questo è un dovere, un imperativo categorico, e da domani continueremo tutti, compattamente, a lavorare solo per questo”.

Esito positivo anche per Italia Viva che, con il presidente dei senatori, Davide Faraone, parla di “una buona soluzione quella raggiunta ieri notte, un buon accordo che valorizza la necessità del merito con un concorso che diventa ancora più qualificante perché non più a crocette, ma con un esame scritto vero e proprio. A settembre gli insegnanti saranno dunque assunti a tempo determinato e contestualmente partiranno i concorsi per il tempo indeterminato. In questo modo abbiamo evitato sanatorie senza concorso e al tempo stesso i tempi sono più distesi per l’avvio dell’anno scolastico. Adesso, chiuso questo capitolo, la necessità impellente è solo una, ossia occuparsi di dare risposte alle famiglie e agli studenti. Dobbiamo dare certezze e organizzare adesso sia la ripresa delle lezioni a settembre che gli esami di Stato, che iniziano a giorni”.

Sindacati insegnanti: “A settembre ci saranno i soliti avvicendamenti”
Da parte dei rappresentanti dei docenti non c’è però soddisfazione unanime. La segretaria Cisl Scuola, Maddalena Gissi, favorevole a una prima tranche di assunzioni in base alle graduatorie, ha dichiarato che “ancora una volta la politica sta decidendo senza valutare la fattibilità. Il 1 settembre continueranno ad esserci i soliti avvicendamenti a partire dalle aree più colpite dal Covid. Avrà il coraggio il Governo di guardare negli occhi studenti e famiglie piemontesi, lombardi, veneti, emiliani senza un minimo senso di colpa? Noi non volevamo vinti o vincitori e il risultato di una prova che cambia ci soddisfa poco. Le assunzioni per soli titoli avrebbero portato in cattedra i docenti per garantire le attività didattiche in presenza e con la didattica a distanza. In un intero anno di formazione e con una selezione vera finale si poteva completare la procedura concorsuale. Oggi è più che mai evidente che la scuola non è importante, è parte di una scacchiera politica e degli equilibri di partito ma non è al centro delle scelte per il futuro di questo Paese”.

Su una prospettiva poco soddisfacente a settembre si è espresso anche Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti: “Per poter esprimere le nostre valutazioni sull’accordo aspettiamo di leggerne il testo e di esaminare i dettagli della nuova procedura riservata. Due questioni importanti sulle quali è necessario fare chiarezza riguardano il numero effettivo di posti disponibili e le graduatorie dalle quali verrebbero chiamati i candidati a sostenere le prove”.

“L’unica certezza, al momento, è che a settembre non verrà immesso in ruolo nessun vincitore di concorso e, dunque, il prossimo anno scolastico inizierà con un numero altissimo di docenti precari in cattedra – continua Di Meglio – Unica nota positiva è la decisione di aver rinunciato allo svolgimento del concorso straordinario in piena estate con l’emergenza sanitaria ancora in corso. Se si trattasse di un semplice rinvio della situazione attuale, la nostra posizione rimarrebbe di forte critica e continueremmo la nostra azione di contrasto. Ribadiamo la nostra proposta, ossia avviare tutti i docenti con i requisiti previsti per la partecipazione al concorso straordinario ad un percorso formativo di qualità al termine del quale i candidati saranno valutati in base al percorso formativo, alla prova e ai titoli. In questo modo sarà possibile stabilire chi rientra nel contingente e chi, invece, potrà acquisire soltanto l’abilitazione”.

Le opposizioni: “Una presa in giro”
Dura la valutazione dell’opposizione di centrodestra. Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ha detto che “ancora una volta governo e maggioranza prendono in giro gli insegnanti precari. Un accordicchio che non risolve nulla. Concorso rinviato, nessuna stabilizzazione a settembre, ancora incertezze sul loro futuro. Per la Lega occorre subito un concorso per titoli e servizio e un maxi-piano triennale di stabilizzazione di tutti i precari”.

Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ha dichiarato che “Lucia Azzolina esce azzoppata dal vertice notturno. La maggioranza ha, infatti, smentito il ministro dell’Istruzione e messo da parte i suoi desiderata. Non ci saranno i quiz a crocette ad agosto, in soffitta la sanatoria da fare entro settembre. Per assumere nuovi insegnanti servirà un nuovo concorso, che verrà celebrato chissà quando, da regolamentare attraverso una nuova legge. Vedremo in Parlamento cosa proporrà l’esecutivo. Il nuovo anno scolastico partirà solo grazie alle graduatorie di supplenti, a questo punto destinati inesorabilmente ad aumentare. Il governo scatena ancora una volta confusione e incertezza“.

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