Contributi a fondo perduto, stop all’Irap per le aziende con fatturato fino a 250 milioni, Eco e Sismabonus al 110 per cento, credito d’imposta fino al 60% sugli affitti pagati da piccole e medie imprese che potranno beneficiare anche di sconti sulle bollette elettriche. E poi ancora misure per rafforzare il patrimonio delle pmi e un impegno via Cassa Depositi e Prestiti a favore delle aziende con un fatturato superiore ai 50 milioni. Sono questi i più significativi interventi che il governo ha previsto nel decreto Rilancio varato dal consiglio dei ministri. Misure che il ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, ha definito un sostegno alle imprese “senza precedenti”, “imponente” e capace di “gettare le basi per il rilancio”. Eccone i dettagli.

Contributo a fondo perduto per i piccoli – E’ previsto per gli esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita IVA, comprese le aziende agricole o commerciali, anche se cooperative. Potranno beneficiarne solo le imprese con un fatturato nell’ultimo periodo d’imposta inferiore a 5 milioni di euro. A patto che il giro d’affari di aprile sia inferiore ai due terzi di quello dello stesso periodo dell’anno precedente. Il contributo spetta anche ai soggetti che hanno avviato l’attività a partire dal primo gennaio 2019, anche in assenza del requisito della flessione del giro d’affari. “L’ammontare del contributo, che non concorrerà alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi e sarà erogato, nella seconda metà di giugno, dall’Agenzia delle entrate con accredito diretto in conto corrente bancario o postale intestato al beneficiario, spetta in percentuale”, si legge nell’ultima versione del decreto. In particolare, spetterà una quota pari al 25, al 20 e al 15% per i soggetti con ricavi o compensi non superiori rispettivamente a centomila, quattrocentomila e cinque milioni di euro nel periodo d’imposta antecedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto. L’istanza andrà presentata per via telematica dall’interessato o dai intermediari delegati dal beneficiario all’Agenzia delle Entrate entro sessanta giorni dalla data di avvio della procedura telematica.
E’ previsto anche un sistema di controllo: “Qualora il contributo sia in tutto o in parte non spettante, anche a seguito del mancato superamento della verifica antimafia, l’Agenzia delle entrate recupera il contributo non spettante, irrogando le sanzioni in misura corrispondente a quelle previste dall’articolo 13, comma 5, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471” si legge nel documento.

Incentivo al rafforzamento patrimoniale – Il decreto interviene per il rafforzare il patrimonio delle piccole e medie imprese. Per il 2020, le persone fisiche e quelle giuridiche che investono nel capitale di società, cooperative incluse, potranno beneficiare della detraibilità del 20 per cento della somma investita, entro i 2 milioni. La misura esclude dal beneficio banche, finanziarie e compagnie assicurative. Alle stesse aziende viene riconosciuto anche un credito d’imposta pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto fino a concorrenza del 30% dell’aumento di capitale e comunque nei limiti previsti dal decreto (con un tetto massimo di 800.000 euro) per il 2020. I benefici si perdono nel caso in cui avvenga una distribuzione di riserve prima del primo gennaio 2024.

La Cdp potrà entrare nel capitale delle imprese grandi… – Al via nuovi fondi per il rilancio delle imprese con fatturato superiore a 50 milioni, gestiti da Cassa Depositi e Prestiti. Il governo ha autorizzato Cdp alla creazione di un Patrimonio Rilancio in cui confluiranno beni del Ministero dell’economia. E’ possibile che il patrimonio in questione venga suddiviso in comparti con risorse da destinare a società, anche quotate, con sede in Italia. Anche in questo caso, restano fuori dal provvedimento il settore bancario, finanziario o assicurativo. Patrimonio Rilancio potrà effettuare ogni forma di investimento, che resterà a carattere temporaneo. Sono inclusi la concessione di finanziamenti e garanzie, la sottoscrizione di strumenti finanziari e l’assunzione di partecipazioni sul mercato primario e secondario. Il decreto stabilisce però una via preferenziale: la sottoscrizione di prestiti obbligazionari convertibili, la partecipazione ad aumenti di capitale, l’acquisto di azioni quotate sul mercato secondario in caso di operazioni strategiche. Per finanziare delle attività del patrimonio destinato, Cdp potrà emettere titoli obbligazionari o altri strumenti finanziari di debito. “Sulle obbligazioni del Patrimonio Destinato, in caso di incapienza del Patrimonio medesimo, è concessa la garanzia di ultima istanza dello Stato” precisa l’ultima bozza entrata in consiglio.

…e Invitalia nelle pmi – Nasce un fondo patrimonio Pmi gestito dall’Agenzia nazionale per gli investimenti-Invitalia. Il fondo potrà sottoscrivere strumenti partecipativi di società entro il 31 dicembre 2020. “Gli strumenti finanziari sono rimborsati decorsi sei anni dalla sottoscrizione. La società emittente può rimborsare i titoli in via anticipata decorsi tre anni dalla sottoscrizione. Gli strumenti finanziari sono immediatamente rimborsati in caso di informazione antimafia interdittiva” spiega l’ultima versione del decreto. In questo caso l’importo delle misure di aiuto non potrà superare gli 800mila euro. L’importo è ridotto a 120mila euro per le imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura e a 100.000 euro per le imprese operanti nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli.

Fondi per tutelare i marchi storici e evitare delocalizzazioni – Secondo quanto riferisce la nota del Consiglio dei ministri, nel documento definitivo sono poi poi altre misure per le aziende in crisi con l’arrivo di nuovi esperti, oltre alla nascita di un Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività di impresa presso il ministero del Tesoro con una dotazione di 100 milioni di euro per l’anno 2020. Si tratta di una misura finalizzata al salvataggio e alla ristrutturazione di imprese titolari di marchi storici di interesse nazionale. L’obiettivo è non solo evitare chiusure, ma anche delocalizzazioni. Infine saranno stanziati anche fondi per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese e di un fondo per il trasferimento tecnologico, presso il ministero dello sviluppo economico.

Stop a saldo 2019 e acconto Irap 2020 – Per effetto della crisi connessa al Covid-19, il decreto prevede che le imprese con ricavi inferiori ai 250 milioni e i lavoratori autonomi, con un corrispondente volume di compensi, non siano tenuti al pagamento del saldo 2019 e dell’acconto 2020 (pari al 40% del totale) dell’Irap. Sono escluse le banche e gli altri enti e società finanziarie, imprese di assicurazione, amministrazioni ed enti pubblici.

Stop alla prima rata Imu per gli alberghi – Per alberghi e pensioni arriva l’abolizione del versamento della prima rata dell’Imu. La misura concerne sia la quota dovuta allo Stato che quella destinata al Comune in scadenza alla data del 16 giugno 2020. L’unica condizione è che i possessori delle attività ricettive siano anche gestori delle attività. La norma prevede la stessa agevolazione per gli stabilimenti balneari, marittimi, lacuali e fluviali. Inoltre si esonerano dal pagamento da tasse e canoni per l’occupazione di suolo pubblico (Tosap e Cosap), le imprese di pubblico esercizio, titolari di concessioni o di autorizzazioni di suolo pubblico a partire dal primo maggio fino al 31 ottobre 2020.

Sconto di tre mesi sulle bollette Vale a partire da aprile per le utenze delle imprese. Toccherà all’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente rideterminare, nel rispetto del tetto di spesa, le tariffe di distribuzione e di misura dell’energia elettrica nonché le componenti a copertura degli oneri generali di sistema, per i mesi di maggio, giugno e luglio 2020. Secondo quanto riferisce la relazione tecnica, l’obiettivo è intervenire temporaneamente sul peso delle quote fisse delle bollette.

Credito d’imposta al 60% per gli affitti di piccole e medie imprese – La misura va a favore delle aziende con ricavi o compensi inferiori a 5 milioni che abbiano subito una riduzione del fatturato o dei corrispettivi ad aprile 2020 di almeno il 50 per cento. Per le strutture alberghiere, il credito è previsto indipendentemente dal giro d’affari registrato nel periodo di imposta antecedente.

Sale al 110% la detrazione per Eco e sisma bonus. Il decreto provvede ad incrementare il vantaggio fiscale che spetta a fronte di specifici interventi in ambito di efficienza energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Rientrano le le spese sostenute dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021 con la possibilità di distribuire la detrazione in 5 rate di pari importo.

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