C’è una foto che spiega più di ogni altra cosa cosa è stato il 13 maggio 1990 allo stadio Maksimir di Zagabria. Un giovane croato di 21 anni viene immortalato mentre frattura con una ginocchiata la mascella di un poliziotto jugoslavo. È il capitano e la stella della Dinamo Zagabria, la squadra che quel giorno deve affrontare la Stella Rossa in una partita che non verrà mai giocata. Il suo nome è Zvonimir Boban. Per quel gesto si guadagna nove mesi di squalifica e l’adorazione di una intera nazione.

All’interno della Jugoslavia e in particolare in Croazia a maggio la situazione è politicamente e socialmente insostenibile. Ancora di più dopo le prime elezioni libere dal dopoguerra svolte appena sei giorni prima di quella partita. Viene eletto presidente della Croazia Franjo Tudjman, un fervente nazionalista. Per i croati quella partita di calcio vale molto di più. È l’occasione per dare libero sfogo alle ambizioni indipendentiste che attraversano la regione. Il fermento secessionista caratterizza tutte le repubbliche federate del paese e ha un origine ben precisa, il 4 maggio 1980. Con la morte del Maresciallo Tito – colui che aveva costruito la Jugoslavia dopo la Seconda guerra mondiale – era venuta a cadere la ragione stessa dell’unità.

I tifosi si dirigono verso lo stadio. Il dispiegamento di poliziotti è impressionante. Da una parte ci sono i Bad Blues Boys della Dinamo. Dall’altra i Delijie, che sarebbero gli “Eroi”, della Stella Rossa. In mezzo a questi ultimi sono presenti anche alcuni cuccioli di tigre, perché il loro capo, Željko Ražnatović, è soprannominato “La Tigre”. Durante la guerra civile sarà conosciuto come il comandante Arkan. Nell’impianto i tifosi della Dinamo li attendono con cori e offese anti-serbe. In totale dentro al Maksimir ci sono circa 20mila spettatori.

I giocatori non sono ancora scesi in campo. Intorno alle 18 i tifosi della Stella Rossa iniziano a distruggere i grandi pannelli della pubblicità alle loro spalle, staccando i sedili di plastica per lanciarli sulle tribune. Con un piccolo gruppo di tifosi della Dinamo si arriva anche allo scontro fisico. I Delijie hanno la meglio, picchiando selvaggiamente i croati. Il tutto nel nel totale disinteresse della polizia presente allo stadio. È la scintilla. Dalle tribune Nord, i Bad Blue Boys, sfondano la ringhiera e invadono il campo, fronteggiati da alcune centinaia di poliziotti. I pezzi di cemento divelto dalle tribune dai croati si mescolano con i pugni, i calci e le manganellate inferte dalla polizia. Sul campo vengono anche mandati i mezzi dei pompieri che con getti d’acqua tentano di disperdere i tifosi della Dinamo.

Gli ultras della Stella Rossa, protetti dalla polizia, riescono a lasciare lo stadio soltanto verso le 23, caricati su un treno speciale e rispediti a Belgrado. I feriti sono 138, gli arrestati 147. Tutti i media del paese parlano solo di teppisti da stadio. La fiamma della guerra civile è però ormai accesa. Il 26 settembre 1990, durante la prima giornata dell’ultimo campionato della Jugoslavia unita, la Dinamo Zagabria si presenta a Belgrado per giocare contro il Partizan. Sotto di due reti i tifosi croati invadono il campo. La richiesta è la nascita della Federazione croata di calcio. La bandiera Jugoslavia dello stadio viene ammainata. Al suo posto viene issata quella della Croazia.

Il 25 giugno 1991 Slovenia e Croazia dichiarano la loro indipendenza. La guerra civile è ufficialmente iniziata. I reparti speciali degli eserciti croato e jugoslavo sono innervati di ultras della Dinamo Zagabria e della Stella Rossa. Questi ultimi, in particolare, vengono mandati anche a compiere operazioni di pulizia etnica. Sarà anche per questo crimine, oltre che per quello di genocidio, che il comandante Arkan diverrà famoso in tutto il mondo. Gli incidenti del 13 maggio 1990 diventeranno invece un simbolo. Per rivedere una squadra croata e una serba sullo stesso rettangolo di gioco si dovrà attendere otto anni. Il 18 agosto 1999 le nazionali di Croazia e Jugoslavia si incontrano per la prima volta a Belgrado. Finisce zero a zero. Il sorteggio si è divertito a mettere le due formazioni nello stesso gruppo di qualificazione per Euro 2000.

Twitter: @giacomocorsetti

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