I casi di positività al coronavirus registrati in alcune squadre di Serie A alla ripresa degli allenamenti individuali “non ci fanno ben sperare” in vista della possibile ripartenza. Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora torna a parlare della decisione sul blocco definitivo o meno del campionato di calcio e la allontana ancora un po’, almeno sotto il profilo temporale.

“Le notizie di queste ore dei contagi in alcune squadre di calcio non ci fanno ben sperare. Fino a quando non capiremo quale sarà l’evoluzione sanitaria, non potremo dare una risposta certa”, ha detto il titolare dello Sport all’emittente bergamasca Seila tv riferendosi ai casi di positività – tutti asintomatici – registrati tra giocatori e staff di Fiorentina, Sampdoria e Torino.

“La parola d’ordine, anche alla luce del recente incontro col Comitato tecnico-scientifico, è stata ‘prudenza’. Ovviamente quello che è successo nelle ultime 24 ore certamente non aiuta”, ha proseguito Spadafora ribadendo che “la prossima settimana, prima del 18 maggio, saremo in grado di capire, sulla base dell’analisi della curva, l’andamento dei contagi dopo questa prima apertura”.

A breve, ha aggiunto, “arriverà il responso del Comitato tecnico-scientifico sul protocollo adottato dalla Figc” e “capiremo se le perplessità che il Comitato tecnico-scientifico ha espresso sono state superate o se purtroppo restano tali”. L’insieme di queste due cose “ci consentiranno di decidere”. Di certo, questo è ormai assodato, un’eventuale ripartenza sarà a porte chiuse.

“Io sono un romantico, penso che questo sport viva grazie alla passione dei tifosi. Immaginare una partita senza tifosi è brutto, se dovesse ripartire il campionato sarebbe sicuramente a porte chiuse e questa sarebbe strano”, ha spiegato il ministro dello Sport volgendo lo sguardo anche alla prossima stagione e alle precauzioni da prendere all’interno degli stadi. “Dobbiamo capire come organizzarci in vista del prossimo autunno – ha concluso – Dovremmo capire come contemplare questa passione degli italiani con i tempi che sono cambiati”.

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