I deputati tedeschi manifestano davanti all’ambasciata italiana di Berlino per esprimere solidarietà all’Italia alla vigilia del decisivo Consiglio europeo che dovrà stabilire quali strumenti l’Ue metterà in campo per aiutare i Paesi più colpiti dal coronavirus. Angela Merkel ha “esitato” e si è sollevata l’impressione sbagliata, ma adesso ha imboccato la strada giusta, dicono i parlamentari. Il socialdemocratico Martin Schulz, incontrando la stampa italiana, spiega: “I coronabond non arriveranno subito, quindi il Recovery Fund è un buon punto di partenza”. In prospettiva, “l’Europa ha bisogno di titoli di Stato comuni“, ha aggiunto sottolineando che “questo non ha nulla a che vedere con il pagare i debiti degli altri, ma è uno strumento di consapevolezza della valuta comune”.

La presa posizione di Schulz, ex presidente del Parlamento europeo ed ex candidato alla cancelliera della Spd, non è che l’ultima espressione di un fronte che in Germania ha manifestato dissenso contro la linea dura tenuta finora da Merkel nella discussione europea. Un fronte che dai Verdi agli industriali e che vede tra i contrari soprattutto l’Alternative für Deutschland, i sovranisti amici della Lega di Matteo Salvini. I presidenti del gruppo parlamentare AfD, Alice Weidel e Alexander Gauland, sostengono che “i contribuenti tedeschi non devono assumersi la responsabilità di decenni di cattiva gestione da parte dei governi italiani”.

Domani, nella videoconferenza tra i leader Ue, la partita sarà soprattutto sulla possibilità e sulle modalità di emissioni di bond comuni. Schulz è convinto che alla fine la cancelliera tedesca appoggerà le obbligazioni comuni: “Probabilmente riuscirà a rendere un suo successo la realizzazione di qualcosa contro cui ha combattuto per anni”, dice il deputato in un colloquio con il quotidiano Tagesspiegel. In cui critica apertamente la chiusura dell’Olanda: “Non si dovrebbe mettere in discussione il principio di solidarietà in Europa per ragioni politiche interne, altrimenti si diventa il becchino dell’Europa. E il governo dell’Aja lo fa quando rifiuta categoricamente i coronabond”.

Le posizioni di Schulz non sono appunto inedite in Germania, dove anche il gigantesco settore dell’auto è preoccupato da una possibile crisi prolungata dell’Italia. L’amministratore delegato del Gruppo Volkswagen, Herbert Diess, nelle ultime settimane ha manifestato apertamente la sua preoccupazione, ricordando i legami economici italo-tedeschi. Già diversi intellettuali ed economisti tedeschi avevano appoggiato i coronabond proposti dall’Italia. Politicamente, completamente a favore si sono schierati soprattutto i Verdi, così come diversi appelli e lettere sono stati condivisi da testate influenti come Die Zeit e Sueddeutsche Zeitung. Su Der Spiegel è apparso perfino un editoriale firmato dal direttore che ha definito il rifiuto degli eurobond “non solidale, gretto e vigliacco”. La Bild ha fatto un articolo per sostenere l’Italia (ma senza critiche al governo Merkel o proposte di aiuti), mentre l’ultimo in ordine di tempo è l’appello alla solidarietà arrivato dal presidente federale Frank-Walter Steinmeier in un discorso alla nazione trasmesso in tv.

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