Il calcio accelera, la politica frena. Chi dava per scontato la ripresa degli allenamenti e del campionato di Serie A al momento deve fare marcia indietro. Perché se è vero che tutto il sistema sta cercando di organizzare la continuazione della stagione in sicurezza, c’è da dire che la parole definitiva spetta sempre al governo. Che oggi, per voce del ministro dello Sport Spadafora e del viceministro della Salute Sileri, ha frenato non poco sull’ipotesi di concludere la stagione calcististica.

“Al momento non do per certo né la ripresa degli allenamenti il 4 maggio né del campionato” ha detto al Tg2 Spadafora, secondo cui “lo sport non è solo il calcio e non solo la Serie A, che è una industria economica. Mercoledì incontro la Figc che presenterà il protocollo per gli allenamenti. Valuteremo insieme” ha aggiunto il ministro, sottolineando che è necessario “capire se il calcio è pronto alla ripartenza con gli allenamenti, ma questo non deve dare illusione che riprendere allenamento vuol dire riprendere campionato”. Il messaggio alle società è chiaro: non è detto che ricominciare gli allenamenti significhi ricominciare anche il campionato. Anzi. Spadafora, poi, ha parlato anche dell’ipotesi di poter trasmettere gare in chiaro qualora riprendessero i tornei: “Il tema è molto spinoso. Prenderemo seriamente in considerazione questa opportunità – ha detto – Bisogna mettere ordine nelle idee tra Lega Serie A, società, Sky e diritti tv. Non è un mondo semplicissimo”.

In tutto ciò e quasi in contemporanea alle parole del ministro, la Lega Serie A ha confermato la volontà dei club di concludere la stagione, mentre il viceministro della Salute avverte che, se si potrà fare, sicuramente si giocherà a porte chiuse. “Qualora il governo ne consegna lo svolgimento, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza”, il Consiglio della Lega ha ribadito all’unanimità che il campionato verrà concluso. Dopo aver stilato il protocollo e indicato le regole che le società dovranno seguire, quindi, la ‘Confindustria’ del pallone italiano specifica che la ripresa dell’attività sportiva, nella Fase 2, “avverrà in ossequio alle indicazioni di Fifa e Uefa, alle determinazioni della Figc” nonché “in conformità ai protocolli medici a tutela dei calciatori e di tutti gli addetti ai lavori”.

Proprio del punta di vista medico ha parlato il viceministro della Sanità Pierpaolo Sileri, secondo cui il calcio “si può giocare ovunque” ma “solo a porte chiuse”. Il “problema”, ha spiegato a Radio KissKiss, “sono gli sport di gruppo” perché “tornare alla normalità dipenderà soprattutto dai focolai che si osserveranno nelle prossime settimane”. Sul calcio, ha specificato, “serve una posizione scientifica” aggiungendo che “gli stadi non possono riaprire al pubblico”. È “verosimile” far ripartire il calcio a porte chiuse ma, ha specificato, “da medico dico che potrebbe esserci comunque qualche problema”. Tradotto: “Niente spettatori, ok, ma i calciatori entrerebbero in contratto tra loro”. Il protocollo, spiega ancora Sileri, “è stato stilato in maniera appropriata, ma aspetterei ancora un po’ di tempo per valutare l’andamento dell’epidemia”. Anche perché, ha aggiunto, il numero di tamponi “necessario potrebbe essere più alto di 1.400″.

Articolo Precedente

Covid, per la Serie A “prima i calciatori”: pur di ripartire il pallone vuole subito 2mila tamponi. Medici e infermieri? Che aspettino

next
Articolo Successivo

Covid, lo studio: con il lockdown e il blocco dei campionati, raddoppiato il numero di calciatori con sintomi di depressione

next