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Coronavirus, Raquel Murillo de “La casa di carta” è guarita e accusa: “Ci hanno mentito, hanno nascosto la situazione reale”

Per lei è stato difficile rimanere inerme davanti alla morte di molte persone che conosceva: "Nella mia città ci sono stati molti morti, ho conoscenti i cui parenti non ne sono usciti, ed è stato molto difficile non poter dire addio o fare una sepoltura decente"

di F. Q.

“Ho passato un brutto periodo e il mio compagno ha trascorso 8 giorni in ospedale. Non è solo un’influenza, dà sintomi molto rari, ti fa sentire cose strane”. Esordisce così in un’intervista radiofonica a Radio Ciudad Itziar Ituño, la Raquel Murillo della serie Netflix “La casa di carta“, annunciando di essere finalmente guarita – dopo un mese – dal coronavirus. L’attrice ha contratto il Covid assieme al compagno ma se per lei si è trattato solo di un po’ di tosse “banale” e febbre, con la perdita totale dell’olfatto e del gusto, lui invece è stato ricoverato 8 giorni in ospedale. “A livello personale mi ha cambiato molto – ha raccontato Itziar Ituño – . Questo virus ti costringe a rallentare, ad ascoltare molto il tuo corpo, ad osservarti, a capire bene cosa mangiare. Mentre sono stata malata ho cercato di cambiare me stessa”.

Per lei è stato difficile rimanere inerme davanti alla morte di molte persone che conosceva: “Nella mia città ci sono stati molti morti, ho conoscenti i cui parenti non ne sono usciti, ed è stato molto difficile non poter dire addio o fare una sepoltura decente. Mi ha toccato abbastanza da vicino”. L’attrice ha poi accusato il governo spagnolo, definendolo co-responsabile di questa tragedia: “Questa non è un’influenza comune e le misure sono arrivate tardi. Non è stata presa sul serio. Qui le persone sono state costrette ad andare a lavorare quando in Italia c’erano già abbastanza morti. Non mi sembra accettabile che per mantenere l’economia la gente venga gettata nella fossa dei leoni. Ci hanno mentito e la situazione reale ci è stata nascosta in modo che il panico non si diffondesse, ma questo vuol dire trattare i cittadini come bambini”.

Secondo “Lisbona”, la prima “bugia” sarebbe stata quella di non ammettere che il Covid-19 potesse colpire chiunque, a prescindere dall’età: proprio questo “silenzio” avrebbe portato la Spagna a diventare il Paese europeo con il numero più alto di contagi da coronavirus, mettendo in risalto tutte le carenze del Sistema Sanitario nazionale. “A livello globale, bisogna imparare la lezione che il pianeta ci sta dando. Spero che questo cambierà molte cose e che le persone avranno priorità più chiare, come avere un buon sistema sanitario”.

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