Una crociera conclusa più di un mese fa che sta facendo tremare un intero paesino del Lazio, in provincia di Latina. Un assessore in quarantena da tre settimane, un parente (lontano) del sindaco positivo e lo stesso primo cittadino che invita alla calma. Nella cittadina di Itri, circa 10mila abitanti a valle dei Monti Aurunci, in provincia di Latina, ci sono ben 12 contagiati da Covid-19. Sembrano pochi, ma tutti insieme superano la famigerata quota dell’1 per 1000 che in altri comuni – dal primo caso di Codogno alla vicina Fondi – ha determinato l’istituzione della “zona rossa” e il blocco completo di tutte le attività. “Ma per noi non sarà così, non ci sono altre persone in isolamento e la Asl ci ha tranquillizzato”, specifica il sindaco Antonio Fargiorgio.

Il problema è che la metà dei contagiati, ben 6 persone, fa riferimento a un viaggio ai Caraibi di due settimane sulla Costa Favolosa, alla quale hanno partecipato due nutrite comitive di Itri, per un totale di 40 persone. Altri casi positivi, invece, sarebbero riconducibili a una settimana bianca in Alto Adige. In uno dei due gruppi di crocieristi c’era anche Giovanni Battista Colucci, assessore al Bilancio del piccolo comune, poi risultato negativo al tampone che gli è stato effettuato solo alla fine di marzo. Le comitive sono ritornare all’aeroporto di Fiumicino, e poi a Itri, la mattina dell’8 marzo, dunque oltre un mese fa. La sera sarebbe stato annunciato il primo lockdown decretato dal Governo per la sola Lombardia, provvedimento esteso il giorno seguente a tutto il Paese. “Quando siamo rientrati – racconta l’assessore Colucci a Ilfattoquotidiano.it – ci hanno passato al termoscanner e poi ci hanno fatto tornare normalmente alle nostre destinazioni. A quel punto abbiamo continuato la nostra vita di sempre, ovviamente tenendo conto delle regole del decreto. Io ho continuato a recarmi in Comune e ho partecipato alla giunta per i successivi 10 giorni”. Tutto ciò fino al 17 marzo quando, racconta l’assessore, è stato trovato il primo crocierista positivo: “A quel punto mi sono messo in autoisolamento, recandomi solo da mia madre, molto anziana, alla quale non potevo non prestare assistenza”.

Ulteriore conferma arriva dal racconto del titolare dell’agenzia di viaggi, Massimo Ruggieri, che ha organizzato e ha partecipato in prima persona alla vacanza: “Quando siamo tornati ho diligentemente segnalato alle autorità sanitarie i nominativi dei partecipanti”. L’agente di viaggi spiega anche che “non ci risulta, come in altri casi di cronaca, che quella crociera fosse stata messa a rischio. La stessa compagnia Costa ci aveva rassicurato”. Su alcuni siti stranieri, tuttavia, prima dello sbarco dei passeggeri erano già apparse delle notizie poco rassicuranti. Il 28 febbraio su Offshore Energy viene pubblicato un articolo dal titolo: “Alla Costa Favolosa viene negato l’attracco alle Isole Vergini per passeggeri malati”. “A noi non risulta – afferma ancora Ruggieri – tanto che il nostro viaggio si è svolto normalmente, senza necessità di effettuare quarantene a bordo”. Al titolare dell’agenzia il tampone verrà effettuato il 3 aprile, dopo il sorgere dei primi casi: “Hanno convocato me e mia moglie e ci hanno fatto il test. Non so perché dopo così tanto tempo, visto che è passato oltre un mese”.

Va precisato che è vero che il periodo di incubazione (e dunque di quarantena) è di 14 giorni, ma un asintomatico – senza le misure di isolamento – potrebbe aver fatto in tempo a contagiare altre persone dopo diversi giorni dall’infezione, dilazionando così il link epidemiologico. Come accade spesso nei piccoli centri, allarme sociale, gossip e polemica politica in questi giorni si sono mischiate. Su Facebook il sindaco Fargiorgio ha dovuto pubblicare un video dove rassicura la cittadinanza. E a Ilfattoquotidiano.it spiega: “Ho parlato con le autorità sanitarie, al di là delle coincidenze, la casistica è limitata e non è detto che il link sia necessariamente la crociera, alla quale hanno partecipato 40 itrani. Abbiamo un comune zona rossa qui vicino, la provincia pontina ha avuto diversi casi fra Formia e Latina. Resta il fatto che, in proporzione, i 12 casi rappresentano sì un numero alto ma non possono essere assimilati a un focolaio”. Al momento, conclude il primo cittadino, “non c’e’ alcuna possibilità che Itri possa essere dichiarata zona rossa”.

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