“I pennarelli e le tempere sono un bene fondamentale in quarantena”. Miryam Lucci gestisce una cartolibreria nel quartiere San Salvario, a Torino. Quando ha dovuto abbassare la saracinesca per rispettare i decreti per limitare la diffusione del coronavirus non si è persa d’animo. “Non potevamo arrenderci”, racconta mentre carica le due casse montate sulla sua bici. “Così mi sono rivolta alla Prefettura e dopo aver ottenuto i permessi ho iniziato a effettuare le consegne usando la bicicletta”. Le richieste non sono tardate ad arrivare. Oltre ottanta al giorno in tutta la città. “Riusciamo ad essere più veloci dei grandi colossi del delivery online. È una grande rivincita per noi piccoli negozi”, spiega mentre consegna una scatola di tempere ad una signora. È questo il bene più richiesto dai suoi clienti: “Ce le chiedono tantissimo, specialmente per i bambini piccoli che hanno bisogno di sporcarsi le mani. Ma c’è anche una voglia di ritornare all’analogico e al manuale: sembrava che avessimo dimenticato tutta una serie di attività che potevamo fare, ma oggi le stiamo riscoprendo”.

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