Un crollo del prodotto interno del 34% nel secondo trimestre, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La Goldman Sachs rivede le sue stime sulla contrazione dell’economia Usa per via dell’emergenza coronavirus. Dieci punti percentuali di Pil in meno rispetto alla previsione di appena una settimana fa: gli economisti “ora si aspettano un calo su base annua del 34% negli Stati Uniti e di oltre il 40% in Europa“, scrive la banca in un report in cui viene definito “non sorprendente” un simile calo ,visto che oltre il 90% delle economie mondiali sono bloccate. Il tasso di disoccupazione negli Usa è atteso schizzare al 15% entro la metà dell’anno, ben oltre il 9% delle precedenti stime.

Ma c’è anche una buona notizia: secondo Goldman Sachs, il crollo sarà seguito da una ripresa sostenuta, con il pil in crescita del 19% già nel terzo trimestre. Il report sottolinea anche come ci siano “segnali incoraggianti” in arrivo dalla Cina e da alcuni paesi dove la produzione e la domanda si stanno riprendendo. Inoltre, “anche dal punto di vista politico, ci sono motivi di incoraggiamento” visto che “il sostegno sia della politica monetaria che dello stimolo fiscale è stato notevole sia per dimensioni che per rapidità”.

Ad esempio, spiega Goldman Sachs, “in poche settimane la Fed ha intrapreso più azioni che non nell’intera crisi finanziaria globale” e “anche la Bce ha mostrato maggiore velocità e flessibilità rispetto al passato” e questo ” consente un maggiore supporto, in particolare per l’Italia“. Quanto agli interventi di stimolo decisi dai governi “i nostri economisti stimano che ammontino al 3,5% della crescita del Pil a livello globale“.

Cresce la disoccupazione negli Usa In linea con le stime di Goldman Sachs, lo scorso giovedì il Dipartimento del Lavoro ha rilevato che 3,3 milioni di persone, nella settimana che si è conclusa il 21 marzo, avevano richiesto il sussidio di disoccupazione, una cifra di gran lunga superiore ai 665.000 che lo avevano richiesto a marzo 2009, durante l’ultima crisi finanziaria, e che è di oltre quattro volte superiore al record dell’ottobre del 1982. Steven Mnuchin, segretario al Tesoro, ha dichiarato che la disoccupazione potrebbe raggiungere il 20%, un livello dimenticato dalla Seconda guerra mondiale. A febbraio la disoccupazione era del 3,6%.

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