Sessanta metri quadri e un solo bagno: in questo spazio devono convivere sette persone – di cui tre anziani – con un caso di coronavirus accertato. Questa è la situazione che si è trovato davanti un medico di base di Bari quando è stato chiamato nel periferico rione San Paolo: il dottor Ludovico Abbaticchio si è dovuto porre il problema di lasciare l’uomo nell’appartamento con altre sei parenti, rischiando di contagiare un intero nucleo familiare. Nella piccola abitazione, infatti, convivono bisnonna, nonno e nonna, la figlia di questi ultimi e suo marito, e i loro due figli minorenni.

Il malato è un uomo di 71 anni, le cui condizioni non erano tanto gravi da giustificarne il ricovero in ospedale. Così gli è stato prescritto l’isolamento domiciliare: separato dagli altri, usando un diverso bagno. Una condizione impossibile da rispettare nel piccolo appartamento dove abitano. Ma il caso pugliese, avvertono i medici, non è l’eccezione: “Ieri sera si è posto subito il problema di come assistere il 71enne evitando che tutta la famiglia possa essere contagiata”, spiega il dottor Abbaticchio, il medico che ha assistito l’anziano, e presidente nazionale dello Smi, il sindacato medici italiani. “Situazioni come queste – prosegue – purtroppo non sono isolate, ce ne sono diverse non solo a Bari ma in tutta la Puglia e nel resto del Paese. È allora urgente e necessario trovare subito strutture, penso ad alberghi o caserme dismesse, per garantire la quarantena di persone che vivono in situazioni dove non viene garantito l’isolamento. Vengo a conoscenza ogni giorno di queste situazioni, persone che vivono con altre 5-8 persone in pochi metri quadri e un solo bagno. In questo modo il contagio è assicurato“.
Come garantire e conciliare cure e assistenza domiciliare, evitando allo stesso tempo che altre persone possano ammalarsi, è la nuova emergenza che i medici di base pongono al governo e alle Regioni. Per Abbaticchio, quindi, è fondamentale individuare immediatamente una soluzione per evitare che il virus si trasmetta in ambito familiare e che poi possa diffondersi all’esterno. “Basta che una persona esca per andare a fare la spesa – rileva – magari è già contagiata ma asintomatica e infetta altre persone. Questo è un problema enorme e se non viene individuata una soluzione rapida avremo grossi guai, soprattutto nelle periferie“. “Esplosione di contagi, aumento vertiginoso di ricoveri – conclude – la situazione non potrebbe essere più governata”.

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