Dopo meno di tre anni dall’inizio del suo incarico, l’inviato speciale Onu in Libia, Ghassan Salamé, ha presentato le proprie dimissioni che sono state accettate dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Lo ha annunciato lui stesso su Twitter, spiegando che la decisione è la conseguenza di problemi di salute: “Ho chiesto al segretario generale delle Nazioni Unite di esser sollevato dalla mia missione, sperando che si possa raggiungere la pace e la stabilità in Libia – ha scritto – Ammetto che la mia salute non mi consente più di sostenere questo ritmo di stress”.

Salamé ha ricordato di aver “trascorso due e più anni per riunire i libici, frenare le interferenze esterne e preservare l’unità del Paese. Si è svolta la Conferenza di Berlino, c’è stata la Risoluzione Onu 2510 e sono stati avviati tre percorsi per la pace in Libia, nonostante una certa riluttanza”.

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è tra coloro che ha voluto ringraziare Salamé per il lavoro svolto nel tentativo di pacificare il Paese in questi anni di scontri, guerra e violenze: “Un ringraziamento a Ghassan Salamé per la competenza, l’impegno e la caparbietà con cui ha affrontato il suo incarico in un momento così difficile per la Libia. Il lavoro dell’inviato dell’Onu è stato determinante e costituirà un importante punto di riferimento per il suo successore”.

Lo stesso ha fatto il suo omologo tedesco, Heiko Maas: “Un grazie speciale a Ghassan Salamé per il suo impegno instancabile per la pace in Libia”. Il ministro tedesco ha poi espresso “rammarico” per le dimissioni dell’inviato delle Nazioni Unite, “augurandogli il meglio per la sua salute”: “Il suo piano in tre punti – ha sottolineato il capo della diplomazia di Berlino – ha avviato con successo un processo di dialogo tra le parti libiche in conflitto. Abbiamo ancora un lungo cammino per raggiungere una pace sostenibile, ma continueremo a lavorare su questo in cooperazione con l’Unsmil con tutte le nostra forze”.

A dirsi soddisfatto per le dimissioni è l’ex consigliere dell’Alto consiglio di Stato libico, Ashraf Shah, dichiarando che Salamé “non aveva la nostra stessa visione, non era in grado di arrivare a un risultato che rispettasse il nostro sogno di una Libia democratica libera da una dittatura militare”. “Siamo contentissimi di queste dimissioni – ha aggiunto – Grazie a Dio finalmente ha capito cosa chiedevamo. Salamé aveva perso credibilità già da tempo, già prima dell’aggressione di Khalifa Haftar contro Tripoli undici mesi fa. Non ha mai chiamato con il loro nome i responsabili dei crimini commessi”.

Salamé, dopo essere stato ministro della Cultura del Libano e aver lavorato come consigliere dell’ex segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan, era diventato inviato speciale per la Libia nel giugno del 2017, allo scadere del mandato del diplomatico tedesco Martin Kobler. La sua nomina era avvenuta dopo una serie di veti incrociati, su tutti quello degli Stati Uniti nei confronti dell’ex primo ministro palestinese, Salman Fayyad, che era stata la prima scelta di Guterres.

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