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Coronavirus, diario dall’isolamento/10 – “Mio figlio di 5 anni mi ha mostrato il virus che ha fatto con i mattoncini, non me l’aspettavo”

Su ilfattoquotidiano.it continua il racconto della quotidianità di una giornalista di Casalpusterlengo, colpita come i suoi concittadini dai provvedimenti restrittivi per evitare il contagio. "Un piccolo sacrificio per tutti può essere un grande aiuto per chi è più fragile"
Coronavirus, diario dall’isolamento/10 –  “Mio figlio di 5 anni mi ha mostrato il virus che ha fatto con i mattoncini, non me l’aspettavo”
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Al primo raggio di pallido sole ci siamo buttati fuori di casa: bici, bolle di sapone, gare di corsa.

Le persone che abbiamo incrociato in periferia erano tutte senza mascherina e si tenevano a debita distanza. Anche se continuo a leggere su Facebook parecchie segnalazioni di assembramenti di gente all’aria aperta, persone anche anziane che si parlano a distanza ravvicinata senza nessuna cautela. E pure di individui che pretendono di entrare nei supermercati e negli alimentari aperti, senza mascherina né guanti perché “io sto benissimo, non ho niente”.

Se una lezione di civiltà si poteva imparare, da tutto questo pandemonio, è che un piccolo sacrificio per tutti può essere un grande aiuto per chi è più fragile. E per il sistema sanitario nazionale, di cui chiunque potrebbe avere bisogno, anche chi è sempre stato bene. Ma nulla.

Intanto il Corona Virus è entrato senza preavviso nei giochi dei bambini: durante una “sessione” di costruzioni, mio figlio di 5 anni mi ha mostrato il Virus che aveva fatto con i mattoncini. Non me l’aspettavo.

Scopro solo nel pomeriggio che a Casalpusterlengo vengono distribuite alla popolazione mascherine chirurgiche. Avviso subito mia madre, che ne usa parecchie per proteggersi e per proteggere mio papà. Purtroppo quando arriva al COC della Protezione Civile sono già terminate: ma le garantiscono che domani mattina ne arriveranno altre.

Su Facebook ho intravisto una domanda provocatoria: ma se ci fosse il vaccino per il Corona Virus lo fareste? Tra le risposte tanti no.

Ma non mi stupisco: in tempi non sospetti già tanti si vantavano di non aver mai fatto il vaccino anti-influenzale. E parlo di persone che ne potevano usufruire gratuitamente. Ricordo anche che mia mamma, una notte dell’anno scorso trascorsa in pronto soccorso per i problemi cardiologici di mio papà, ha sentito un’anziana lamentarsi per la lunga attesa. Quando le ha chiesto cosa aveva, la risposta è stata: “Una brutta influenza”. “Ma scusi, non ha fatto il vaccino?”. “Noooo! Non l’ho mai fatto!”.

Ce la faremo?

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