Nelle Marche riaprono le scuole e i musei. Lo ha deciso il tribunale amministrativo regionale, con decreto urgente del suo presidente, che ha sospeso in via cautelare l’ordinanza con la quale la Regione ne aveva disposto la chiusura inibendo anche tutte le manifestazioni pubbliche di qualsiasi natura sino alle ore 24,00 del 4 marzo 2020 al fine di contrastare la diffusione del coronavirus. Nel decreto presidenziale si dà rilievo alla circostanza che non sussistevano, al momento di emissione dell’ordinanza regionale, casi accertati di contagio nelle Marche, ma solo rischi relativi alla prossimità del territorio marchigiano con la regione Emilia Romagna in cui erano stati rilevati casi confermati di contagio.

A ordinare la chiusura forzata di scuole e musei era stato Il governatore, Luca Ceriscioli. Un provvedimento che contrastava con le indicazioni giunte già lunedì da Roma e quanto stabilito nelle scorse ore per i territori non toccati dal contagio. Tra l’esecutivo e il governatore è nato un braccio di ferro. “Non è una scelta politica ma suffragata dai tecnici della Regione”, aveva sostenuto il governatore. Ma il governo ha deciso d’impugnare quell’ordinanza. “Lo Stato c’è e si fa rispettare. Avevamo impugnato l’ordinanza della Regione Marche e il Tar l’ha sospesa”, dice il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia. “Oggi – aggiunge il ministro – 12 Regioni hanno firmato l’ordinanza unica condivisa nella riunione con il governo, costruita sulle direttive del Ministero della Salute, della protezione civile e dell’istituto superiore di sanità. Puntiamo ad omogeneizzare nel giro di qualche giorno l’azione di tutte le Regioni. L’Italia sta già ripartendo. Mi auguro che il presidente Ceriscioli metta in sicurezza i cittadini marchigiani firmando l’ordinanza unica”.

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