“E’ disumano lavorare tutte queste ore, serve un cambio per gli infermieri di turno in ospedale a Codogno“. L’appello arriva dallo staff in servizio in queste ore nella struttura sanitaria del Lodigiano, negli stessi corridoi dove il 21 febbraio è stato confermato il primo caso di paziente italiano di coronavirus non proveniente dalla Cina. A chiedere che le istituzioni intervengano per tutelare il personale medico al lavoro sono le famiglie. “Al momento”, racconta una parente di uno di loro a ilfattoquotidiano.it, “ci sono cinque infermieri nel reparto di Medicina e un dottore. Tre di loro lavorano dalle 14 di venerdì, mentre due sono arrivati in serata. Hanno superato le 24 ore di lavoro. Sono molto stanchi fisicamente e psicologicamente”. Secondo il Corriere della sera, il personale ha scritto una lettera urgente al direttore sanitario di Codogno per chiedere che siano presi provvedimenti.

Il reparto di Medicina è quello dove è stato ricoverato per primo il 38enne risultato poi affetto dal virus. E una delle difficoltà, raccontano, è quella di trovare personale che dia loro il cambio: “Ci sono due squadre di infermieri, circa una decina di persone, che sono state messe in quarantena (e uno di loro è risultato positivo ndr). Le altre che avrebbero dovuto subentrare per coprire i turni hanno presentato un certificato di malattia e sono rimaste a casa. Mentre a chi è in reparto è stato ordinato di non lasciare l’ospedale. Ma così è disumano“. A preoccupare le famiglie dei dipendenti è il fatto che, è la loro impressione in queste ore, “l’organizzazione non stia funzionando”. Per questo sono tante le domande che arrivano dai parenti delle famiglie in servizio in questo momento: “Com’è possibile”, continua la testimone a ilfattoquotidiano.it, “che non sia stata prevista una lista di persone da chiamare per coprire i reparti più sofferenti? E’ inutile che dalla Regione continuino a dire che è tutto sotto controllo. Perché non intervengono?”.

Secondo sempre le testimonianze che arrivano da Codogno, agli infermieri il tampone è stato fatto la sera di venerdì 21 febbraio per verificare se fossero positivi. A due di loro, risultati negativi, è stato concesso di uscire. Nel frattempo venerdì sera ne erano entrati altri due per dare una mano ai colleghi. Ai cinque presenti, nonostante le richieste della caposala di farli riposare, l’azienda avrebbe chiesto di restare per coprire il turno. “Chiediamo che li facciano uscire al più presto. Sono esposti da più di 30 ore al pericolo di contrarre il virus e non è corretto che le stesse persone siano in turno a oltranza. Siamo e sono spaventati e stando correndo un rischio per tutti”.

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