Una notte e un giorno di trattative non sono bastati per arrivare a un’intesa sul bilancio europeo per il periodo 2021-2027. Il Consiglio straordinario dei capi di Stato e di governo si è chiuso poco prima delle 20 di venerdì con un nulla di fatto. Durante l’ultimo incontro sul tavolo dei leader è arrivata una nuova proposta, un documento tecnico preparato dalla Commissione europea che rivedeva però ulteriormente al ribasso la proposta fatta dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, già ritenuta troppo poco ambiziosa da un gruppo di Paesi che comprende l’Italia e la Spagna. L’obiettivo probabilmente era quello di andare incontro ai leader di Svezia, Austria, Danimarca, Olanda, i quattro Paesi più rigoristi (li definiscono “frugali“). Ma non è bastato. Tutto rinviato, probabilmente a marzo. Nel negoziato sul bilancio pluriennale “i Paesi frugali hanno dimostrato una rigidità che riteniamo ingiustificata” commenta a fine giornata il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che anticipa il fatto che l’Italia “ha ricevuto il mandato insieme a Romania e Portogallo per elaborare una controproposta in linea con un disegno più ambizioso”.

“Purtroppo oggi abbiamo osservato che non era possibile raggiungere un accordo e che c’è bisogno di più tempo”, ha spiegato Michel. “Non siamo riusciti a raggiungere un accordo perché c’erano ancora differenze troppo grandi” tra le posizioni dei singoli Paesi, ha detto dal canto suo Angela Merkel. “C’è ancora molto da lavorare. C’è stata una proposta ma non abbiamo visto ancora i dettagli e c’è bisogno di più tempo per arrivare un accordo”. Per la presidente della Commissione Ursula von der Leyen il vertice “è stato molto importante e in nessun caso avremmo dovuto rinunciarvi. E’ stata la prima volta che abbiamo parlato in maniera così dettagliata della singola posizione dei 27 guardando così al futuro, abbiamo parlato della posizione di ciascun Paese su ciascun settore politico, ed è stata la prima volta che sono stati spiegati gli interessi in maniera così concreta. Ed è stato estremamente importante avere questo punto di partenza per poi arrivare insieme a quello che sarà il bilancio, queste 48 ore sono state usate al meglio”.

Il nuovo documento al ribasso – Il tetto di spesa per il periodo 2021-2027, in base al nuovo documento presentato al Consiglio alla presenza della von der Leyen, sarebbe sceso all’1,069% del Reddito nazionale lordo dell’Ue, in ulteriore calo rispetto all’1,074% della proposta messa sul tavolo da Michel venerdì scorso. In cifre assolute si parla dunque di meno dei 1.094,8 miliardi della proposta precedente. Il Parlamento europeo puntava su una cifra molto più alta, l’1,3% del reddito lordo dell’Unione, pari a 1.324 miliardi. I cosiddetti “Paesi frugali” ritengono che il bilancio, che deve finanziare ambiziosi cambiamenti climatici e politiche sull’economia digitale, dovrebbe ammontare all’1% del reddito nazionale lordo. Dall’altro lato, molti degli Stati membri più poveri e il Parlamento europeo vorrebbero mantenere un budget superiore dell’1,3 per cento.

Svezia, Austria, Danimarca e Olanda vogliono sconti e bilancio “frugale” – Il nodo negoziale verte anche sul rapporto tra il tetto di spesa e i rebate, gli sconti al contributo che i quattro Paesi “frugali” più la Germania vogliono mantenere nonostante siano nati come compensazioni collaterali per il rebate ottenuto dalla Gran Bretagna di Margaret Thatcher. E non abbiano più ragion d’essere, secondo altri 20 Paesi inclusa l’Italia, ora che Londra è uscita dall’Unione. “Non si giustificano più“, dice il premier italiano Conte, e la loro “rimeditazione deve riguardare anche la Germania“.

La premier danese Mette Frederiksen già questa mattina aveva escluso la possibilità di arrivare a un accordo. Tutti sono rimasti fermi sulle rispettive ‘linee rosse’. Che per l’Italia sono no agli sconti, no alla convergenza esterna (un meccanismo della Pac, la politica agricola comune) e sì ad un bilancio ambizioso, in linea con gli obiettivi che l’Ue si è data. “Per perseguire le politiche Ue occorrono strumenti adeguati. Una concezione frugale dell’Europa non ci sta bene”, ha sottolineato il premier Giuseppe Conte a margine dei lavori.

I cittadini dei 4 Paesi hanno i maggiori benefici dal mercato unico – I quattro Paesi “frugali”, contrari a un bilancio Ue 2021-27 che superi l’1% del Rnl europeo, sono però fra quelli che traggono maggiori benefici dall’appartenenza al mercato unico europeo. Stando a un’analisi pubblicata dai servizi del Parlamento europeo, i cittadini di Austria, Danimarca, Svezia e Paesi bassi ci guadagnano tutti oltre la media Ue (840 euro l’anno a testa). A trarre maggiori benefici dall’integrazione europea sono gli abitanti del Lussemburgo (2.834 euro l’anno, dati 2016), seguiti da irlandesi (1.894), danesi (1.682) e belgi (1.627). Anche francesi (1.074) e tedeschi (1.046) sono oltre la media Ue, mentre l’Italia è appena sotto con 763 euro.

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