La miccia sembrava spenta, anche per il fatto che Palazzo Chigi e il Quirinale hanno aperto l’acqua alla massima pressione. Ma il combattimento ha solo cambiato i suoi protagonisti: non più Giuseppe Conte e Matteo Renzi, premier ed ex premier. Ma gli ex compagni di partito: il Pd – sostenitore del governo di centrosinistra con il M5s – e Italia Viva, il mini-partito personale dell’ex segretario democratico. A rinfocolare il duello a distanza è stata la presa di posizione di Goffredo Bettini. E’ un ex parlamentare, ma da sempre è molto vicino – fino a esserne consigliere – al segretario Nicola Zingaretti e tra i principali sponsor dell’esecutivo Pd-M5s. Bettini ha detto in sostanza che con Renzi è difficile avere chiara la situazione e propone di trovare “al più presto scenari alternativi” all’alleanza di governo con Renzi (“Quanta pazienza si può avere ancora con il fiorentino?”). Più chiaramente: “C’è invece la possibilità, certamente allo stato attuale tutta da costruire, di sostituire Italia Viva con parlamentari democratici (in quanto non sovranisti, illiberali e autoritari) pronti a collaborare con Conte fino alla fine della legislatura”. Il riferimento nemmeno tanto velato è a un eventuale allargamento a una pattuglia di responsabili del centrodestra che non sanno ritrovarsi nella marcata linea sovranista condotta dai due partiti più corposi, Lega e Fratelli d’Italia. Nuovi Responsabili, insomma. Per far capire meglio a Renzi, tra l’altro, che “dopo Conte non c’è per il Pd un altro governo. Se Renzi vuole farlo, lo deve fare con Salvini e la Meloni“. Da Italia Viva nel pomeriggio di domenica si sono moltiplicate le veline con cui il mini-partito renziano è tornato all’attacco del capo del governo: “Se davvero Conte non riuscisse a portare a casa i responsabili, ed è difficile immaginare che il tentativo riesca, per il premier ci sarebbero solo due strade: o un accordo con quel Renzi che fino ad oggi è stato attaccato dalle veline di Chigi e direttamente dal premier o le dimissioni”.

Le dichiarazioni di Bettini avevano avuto ovviamente un immediato effetto incendiario: “Vogliono far fuori Renzi per sostituirlo con tanti Razzi e Scilipoti – dice il capogruppo di Italia Viva al Senato Davide Faraone – A questo punto non resta che sperare per il Pd che l’operazione funzioni”. Una sfida che raccoglie anche Luciano Nobili, deputato di Iv: “Bettini, coerentemente col disegno imposto al Pd di un’alleanza strategica e duratura coi populisti a cinque stelle, invoca la cacciata di Italia Viva e la compravendita di senatori”.

Bettini replica a quel punto aggiustando un po’ il tiro sulla parola “sostituire” che pure era scritto nel suo primo post su facebook. Ma tiene il punto, che è un altro: “Non sono stato io a minacciare la sfiducia ad un Ministro del governo. Sfiducia ad un ministro significa sfiducia all’intero esecutivo. Spero, come ho detto, che Italia Viva torni a uno spirito più unitario e dialogante. Non so se accadrà. Ma per evitare ultimatum distruttivi non è meglio per tutti allargare il consenso parlamentare attorno a Conte? Non per cacciare qualcuno, decisione totalmente fuori dalla mia portata, ma per assorbire eventuali decisioni irresponsabili da parte di pezzi dell’attuale maggioranza”.

C’è pure una parte del Pd che però storce il naso. Dalla minoranza ex renziana, prevedibilmente, rappresentata da Anna Ascani, viceministra: “Trovo la proposta di Bettini sbagliata nel merito e nel metodo. E in netta contraddizione con quanto il Pd sta facendo. Siamo gli unici ad aver insistito sull’agenda evitando polemiche sterili. La ricerca di presunti ‘responsabili’ squalificherebbe la nostra azione”. Ma anche da un’area vicina a quella di Zingaretti: “Forse non ho capito io, ma troverei insostenibile una posizione del Pd che rivalutasse il metodo Scilipoti” dichiara Gianni Cuperlo. “Per quanto mi riguarda – prosegue – ha ragione Zingaretti quando dice che al governo serve uno scatto e noi siamo completamente impegnati per questo traguardo. Immaginare maggioranze diverse con sedicenti ‘responsabili’ somiglia troppo a brutti film del passato”.

Ma l’uscita di Bettini, in realtà, non appare casuale se in suo sostegno arrivano parlamentari anch’essi vicini a Zingaretti, come l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio e il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut: “Allargare la maggioranza non significa cacciare qualcuno – dice Smeriglio – Questo atteggiamento da bulli estremisti non si addice a una forza di governo, anche se dalle ambizioni smisurate”.

Da Italia Viva va a tutta forza la produzione di veline firmate da “fonti del partito” orientate soprattutto a smentire che una pattuglia di renziani sia pronta a tornare a “casa”, nel Pd, perché non d’accordo con l’atteggiamento oltranzista del gruppo parlamentare che ha portato fin quasi alla crisi di governo. “Al momento non solo nessuno si stacca da Italia Viva, ma i gruppi renziani si dichiarano fiduciosi di accogliere nuovi ingressi già dalla settimana prossima” annunciano da Iv che torna a dare la colpa a Conte in complicità con Zingaretti e Franceschini: “Il muro contro muro cercato da Conte – in sponda con Zingaretti e Franceschini – appare ogni giorno più inspiegabile“. “La giornata di oggi – è la conclusione – dimostra che grande è la confusione tra Palazzo Chigi e il Nazareno. Renzi risponde ai progetti di Conte di sostituzione di Italia Viva citando Confucio, evocando la pazienza come potenza e preparandosi a un rientro col botto in tv mercoledì sera”. “Il tentativo di trovare responsabili per sostituire Italia Viva – caldeggiato fino a stamani dalle veline di Palazzo Chigi che parlava di ‘tolleranza zero‘ e dalle parole di Goffredo Bettini – sembra miseramente fallito. Se davvero Conte non riuscisse a portare a casa i responsabili, ed è difficile immaginare che il tentativo riesca, per il premier ci sarebbero solo due strade: o un accordo con quel Renzi che fino ad oggi è stato attaccato dalle veline di Chigi e direttamente dal premier o le dimissioni”. Se sapere se è vero, sarà sufficiente aspettare già la settimana che sta per cominciare.

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