“Lavorare per il rispetto dell’embargo sulle armi e per portare le parti a un cessate il fuoco permanente”, perché ci sono “paesi che ignorano la pace e che continuano ad armare le parti sul terreno”. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è volato a sorpresa a Tripoli per incontrare il premier del Governo di Accordo Nazionale, Fayez al-Sarraj, per portare avanti i colloqui tra Roma e Tripoli sul dossier libico. In un post su Facebook l’ex capo politico dei 5 Stelle pubblica le foto dell’incontro e insiste: “C’è un rischio terrorismo che non possiamo sottovalutare – scrive -. Stiamo avendo un approccio inclusivo, coinvolgendo tutte le municipalità libiche e dialogando con tutte le realtà. L’obiettivo è ristabilire le adeguate condizioni di sicurezza affinché le nostre imprese possano anche tornare ad investire. Non è una strada, è la strada. Quella del buon senso e di chi ha davvero a cuore il destino del popolo libico e la sicurezza dei suoi cittadini”.

Poi ha aggiunto che “la comunità internazionale oggi davanti a sé ha molti dubbi e una certezza” e ha definito i bombardamenti del 2011 “un errore imperdonabile, tanto che ne stiamo ancora pagando le conseguenze. Ma ora – continua – è arrivato il momento di dare un segnale diverso. L’Italia sarà determinante in ogni scelta europea. Nessuno come noi conosce la Libia, nessuno come l’Italia ce l’ha a poche centinaia di chilometri dalle proprie coste”.

L’incontro avviene pochi giorni dopo l’ufficializzazione da parte della Farnesina delle proposte inviate alla controparte libica riguardanti le modifiche al Memorandum d’intesa, che si è rinnovato automaticamente il 2 febbraio, sulla gestione dei flussi migratori. Nel corso della trasferta, il ministro ha incontrato anche il suo omologo, Fathi Bashaga. Dalla Farnesina, il 9 febbraio, hanno fatto sapere che nel documento inviato ai vertici del governo tripolino l’esecutivo italiano ha chiesto soprattutto maggiori tutele a chi fugge, in particolare alle “persone vulnerabili vittime dei traffici irregolari”, e più spazio d’azione alle organizzazioni delle Nazioni Unite.

Colloquio telefonico tra Conte e Putin
Il Cremlino riferisce che la Libia è stata al centro anche di un colloquio telefonico richiesto “dalla parte italiana” tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e Vladimir Putin “volto a conseguire la normalizzazione a lungo termine della Libia” seguendo le linee definite nel corso della Conferenza di Berlino. Il presidente russo ha sottolineato “l’importanza fondamentale di coordinare con le parti libiche tutti i parametri dell’accordo elaborato in questi giorni attraverso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite“. Inoltre, sono state affrontate “alcune questioni relative alla cooperazione russo-italiana” e si è convenuto di “continuare i contatti a vari livelli”.

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