I loro diari di bordo sono su Twitter, dove postano foto di pranzi, cene, colazioni e ora d’aria. Sono i 3711 passeggeri della Diamond Princess, costretti all’isolamento dal 4 febbraio a bordo dell’imbarcazione ferma nel porto giapponese di Yokohama. Venti persone sono risultate contagiate dal virus e la loro quarantena è stata decisa dopo che un passeggero di 80 anni, sbarcato il 25 gennaio a Hong Kong, è risultato positivo. Chi è a bordo conta letteralmente i giorni: il tempo, raccontano nelle loro cronache dalla quarantena, non passa mai quando si è costretti a stare chiusi 24 ore su 24 in cabina. Magari con figli piccoli. E allora piovono foto di sudoku e cruciverba. E dei pasti che vengono distribuiti nelle stanze dal personale di bordo, impegnato – ammettono i passeggeri – a rendere meno dura la situazione di solitudine.

“La nostra prima crociera, per celebrare 9 anni di matrimonio. E il comandante ha appena annunciato 10 ulteriori test risultati positivi al virus. Felice anniversario!”, scrive una coppia. Alcuni viaggiatori hanno addirittura battezzato un profilo ad hoc: ‘Quarantenati sulla Diamond Princess’. Il racconto comincia con il giorno 1, il 5 febbraio. Dopo la prima decina di campioni positivi. Attività cancellate, comincia la quarantena. “Il cibo verrà mandato direttamente nelle stanze“, informa l’equipaggio. C’è chi posta la posizione della nave e chi usa i social per condividere i suoi sentimenti. “Preoccupazione”, “paura ora”, “ansia”.

Chi è costretto a stare dentro cabine senza finestra è ancora più esasperato. Il flusso di messaggi è ininterrotto. Le foto documentano il momento in cui vengono distribuite le mascherine, poi l’arrivo dei termometri e dei guanti di gomma. C’è chi ha bisogno di rifornirsi di medicinali. E chi ringrazia per il film che ha potuto vedere alla tv in camera. Chi si sente “prigioniero” e chi cerca di alleggerire il clima. Il momento più bello? L’ora d’aria, certificano le foto. Sono gli scatti più numerosi: quelli che ritraggono gruppi di persone all’aria aperta nel breve lasso di tempo in cui viene loro concesso, a turno, sorridenti sotto le mascherine.

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