Gli appelli c’erano stati anche nei giorni scorsi. Ma ancora oggi la Cina “necessita urgentemente” di materiale protettivo e di equipaggiamenti medici con l’epidemia del nuovo coronavirus di Wuhan che continua a tenere un passo sostenuto, visto che i 361 morti attuali hanno superato i 349 della Sars del 2003, mentre i contagiati sono più di 17mila. I ricercatori, intanto, proseguono negli studi per individuare la cura e lo Spallanzani di Roma è stato il primo in Europa ad isolare il virus. “Quello di cui la Cina necessita urgentemente allo stato sono le maschere mediche, le tute e gli occhiali protettivi”, ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, in un briefing online con i media. E anche oggi, a conferma di quanto annunciato nei giorni scorsi da Putin, la Russia fa sapere che presto invierà “aiuti umanitari“. I documenti riguardanti gli aiuti umanitari alla Cina – ha spiegato la vice premier russa Tatiana Golikova in una riunione con il nuovo prmieri Mikhail Mishustin – sono praticamente pronti”. Chi invece ha già provveduto all’invio di dispositivi medici è il Vaticano, che ha spedito in Cina circa 600-700mila mascherine. A pagarle sono state la Santa Sede e i gruppi cristiani cinesi in Italia e sono state raccolte dalla Farmacia Vaticana a partire dal 27 gennaio (100mila solo nel primo giorno) da tutta Italia. Le confezioni recanti lo stemma dell’Elemosineria sono state quindi trasportate a Fiumicino, da dove compagnie aeree tra cui la China Southern Airlines hanno fornito la spedizione gratuita. Una volte arrivate a destinazione, le mascherine sono state inviate nella provincia di Hubei, epicentro dell’epidemia da coronavirus, situata nella Cina centrale, e nelle province della Cina orientale dello Zhejiang e del Fujian.

Il premier cinese Li Keqiang, a capo della task force anti-virus, nei giorni scorsi aveva sollecitato ancora gli sforzi per assicurare la produzione e le forniture di materiali medici e aveva chiesto aiuto alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di favorire gli approvvigionamenti delle forniture mediche più urgenti dai Paesi membri dell’Ue attraverso i canali business. Il paradosso è che le aziende di camici protettivi e di mascherine a uso medico basate nelle province dell’Henan e del Fujian forniscono la metà della produzione mondiale.

Hong Kong chiude 4 punti di frontiera con la Cina – Rimarranno aperti solo il ponte Zhubai Macao e il varco di Shenzhebei, e saranno operativi un numero limitato di voli di collegamento. Il movimento di protesta per una maggiore democrazia e i deputati del Consiglio legislativo si sono uniti nel chiedere al governo la chiusura totale dei confini con la Cina continentale. È poi iniziata questa mattina la mobilitazione del personale sanitario per chiedere la chiusura totale della frontiera per limitare l’epidemia del virus di cui si sono registrati al momento a Hong Kong 15 casi. La ‘chief executive’ di Hong Kong Carrie Lam ha assicurato che la sua decisione di chiudere altri varchi non è stata influenzata dallo sciopero. “Chi fa ricorso a misure estreme non va da nessuna parte. Dobbiamo considerare gli interessi complessivi dei residenti”, ha dichiarato in una conferenza stampa. Le autorità di Hong Kong avevano in precedenza sospeso i collegamenti ferroviari e i traghetti ma i dipendenti del settore sanitario chiedono la chiusura totale “o non ci saranno sufficienti equipaggiamento protettivo, personale, stanze per l’isolamento, per combattere l’epidemia”, come ha spiegato Winnie Yu, a capo della neonata formazione sindacale Alleanza dipendenti autorità sanitaria. La mobilitazione riguarda oggi il personale non essenziale e proseguirà a partire da domani con infermiere e medici, se le richieste avanzate non verranno esaudite.

Contagi e vittime – Gli stranieri contagiati in Cina sono sedici finora, di cui due già dimessi dall’ospedale, gli altri 14 sono tutti in quarantena e versano in condizioni stabili. La Cina ha registrato 57 nuovi decessi nel conteggio della sola giornata di ieri, portando il totale a quota 361: gli ultimi aggiornamenti della Commissione sanitaria nazionale (Nhc) hanno inoltre segnalato 2.296 nuovi contagi accertati, per 17.205 casi complessivi. Mentre i casi sospetti sono cresciuti a 21.558 e le guarigioni a quota 475. In Europa i contagiati sono al momento 21.

“Usa diffondono panico” – Durante la conferenza stampa la portavoce ha accusato alcuni Paesi, specialmente gli Stati Uniti, di diffondere “panico” con le reazioni fuori misura all’epidemia di coronavirus di Wuhan. Gli Usa, includendo anche il bando imposto all’ingresso dei viaggiatori cinesi, “non hanno provveduto ad alcuna assistenza sostanziale”, ma hanno creato panico ininterrottamente”. “Abbiamo offerto aiuto alla Cina” aveva detto il presidente Donald Trump in un’intervista a Fox. Gli Stati Uniti hanno offerto l’aiuto del Centers for Disease Control and Prevention alla Cina sul coronavirus ma non hanno ancora ricevuto una risposta.

Vertice dei ministri del G7 – Un vertice in teleconferenza con i ministri della Salute del G7 e un incontro con i capigruppo di tutte le forze politiche italiane “a cui sarà presente anche la Lega” sono in agenda oggi per fare il punto ha ricordato il ministro della Salute Roberto Speranza, durante la trasmissione Circo Massimo su Radio Capital. “Oggi è stata convocata in via straordinaria una riunione del G7 dei ministri della Salute molto importante perché in questo momento ogni Paese si sta organizzando in maniera autonoma, ma questa è una partita di portata globale e la si può affrontare solo con una coordinazione internazionale”. Il virus di Wuhan sarà anche al centro della riunione prevista alle 18.30, a cui il ministro ha convocato “i capigruppo di tutte le forze del Parlamento. Ho parlato personalmente – ha aggiunto – con i capigruppo delle forze di opposizione, ricevendo assicurazioni della presenza da parte di tutti”, quindi anche la Lega “sicuramente ci sarà”.

Articolo Precedente

Kuwait, dure condanne per le proteste degli apolidi

next
Articolo Successivo

Siria, Assad ed Erdogan si fanno la guerra a Idlib: raid di Damasco e risposta di Ankara. “Decine di soldati morti”

next