L’elefantessa che difende una giovane femmina, ferita a una zampa, dall’aggressione di un maschio e poi si avvicina alla giovane femmina accarezzandole con la proboscide la zampa dolorante; i ratti che rinunciano al cibo se, schiacciando il pulsante dell’erogatore, causano una scossa elettrica a un ratto rinchiuso in una gabbia vicina; i ratti che soffrono se vedono un altro ratto provare dolore; i corvi che nutrono un loro simile cieco; le scimmie bonobo che dividono il cibo; le femmine bonobo che rifiutano il cibo più gustoso se le altre bonobo hanno ricevuto bocconi meno ricchi.

Il libro L’intelligenza morale degli animali, di Marc Bekoff e Jessica Pierce, raccoglie molti esempi di comportamenti solidali in molte specie animali e ipotizza che lupi, scimmie, balene, ratti abbiano addirittura un livello elementare di empatia e senso della giustizia, senso morale quindi. Questo testo offre un panorama di tutte le sperimentazioni realizzate per comprendere il ruolo della cooperazione nella selezione naturale.

La concezione corrente dell’evoluzione della vita è oggi ancora incentrata sull’idea che la competizione per il cibo e per il sesso sia stata centrale. Solo negli anni 80 Lynn Margulis si rese conto che le cellule, e quindi la vita stessa, esistono grazie alla cooperazione tra il nucleo della cellula e i mitocondri, proto organismi capaci di trasformare gli zuccheri in energia.

La Margulis osservò che i mitocondri esistevano già prima della nascita delle cellule. Essi hanno un loro dna, diverso da quello della cellula e si riproducono con tempi loro. Quindi la cellula non è, come mi hanno insegnato a scuola, “il più piccolo organismo unitario”, bensì il frutto di una simbiosi. Il nostro corpo è formato da miliardi di invisibili cooperative: la Coop sei tu!

A partire da questa constatazione, Lynn Margulis ha riscritto i fondamenti della teoria dell’evoluzione, dimostrando che, nella capacità di adattamento, la cooperazione e la simbiosi sono addirittura più determinanti della competizione per il cibo e per il sesso; la vita stessa, nelle sue basi fisiologiche si è evoluta grazie alla capacità di cooperare.

E tutti gli esseri superiori vivono solo grazie alle loro capacità simbiotiche. Il numero dei batteri che vivono nel nostro organismo è maggiore del numero di cellule che formano il nostro corpo. Senza queste migliaia di miliardi di batteri non potremmo neppure nutrirci perché sono loro a demolire il cibo e a trasformarlo in nutrimento che possiamo assimilare.

Quando alle superiori contestavo, la mia professoressa di lettere, prima di bocciarmi, mi disse che ero un illuso a sognare un mondo di pace e di fratellanza perché gli animali più simili a noi, gli scimpanzé, sono violenti, autoritari, uccidono i loro simili e addirittura si danno al cannibalismo. E concludeva che la guerra e il dominio sono connaturati con la natura umana quindi impossibili da estirpare.

Ma si sbagliava perché i nostri più vicini parenti sono i bonobo che dividono equamente il cibo e la cura dei piccoli; invece di fare guerra con altri gruppi di bonobo, usano il sesso per aumentare la capacità di collaborazione e sancire alleanze…E sono tutti bisessuali. E di sicuro sono molto più intelligenti degli scimpanzé: fare sesso e cooperare apre la mente!

Riane Esler nel libro Il piacere è sacro raccoglie decine di ricerche archeologiche che dimostrano che le prime civiltà umane, che hanno colonizzato le pianure lungo i grandi fiumi del mondo, dal Nilo al Fiume Giallo, tra il 9.000 e il 3.500 avanti Cristo, vivevano in case di pietre e fango munite di cardini per le porte e camini per il fumo. Furono capaci di imprese colossali, cento volte più impegnative della costruzione delle piramidi: milioni di individui collaborarono per millenni riuscendo a bonificare le immense paludi lungo i fiumi, per coltivare le piante che li nutrivano.

Dovettero scavare centinaia di chilometri di canali, costruirono argini imponenti, svilupparono di tecnologie complesse (tessitura, ceramica, edilizia, selezione delle piante fruttifere, allevamento dei pesci); non conoscevano la guerra, non costruivano mura difensive, non avevano un’aristocrazia dominante che abitava in dimore lussuose o veniva sepolta in modo dispendioso. Erano società nelle quali uomini e donne avevano ruoli sociali paritari e l’orgasmo e il ridere erano considerati sacri momenti di comunione con la Dea Madre.

E poi ci sono i neuroni specchio. Ovvero la capacità di empatia della mente è fisiologica: quando vedi una persona sorridere si attiva la parte del tuo cervello che usi quando tu sorridi. E se vedi una persona piangere idem.

Come spiega Laila Craighero in Neuroni specchio, un piccolo meraviglioso libro, il nostro cervello si è evoluto fisiologicamente sviluppando la capacità di identificazione fisica con l’altro. La cooperazione è scritta nel nostro dna! Dal che discende, tra l’altro, che la capacità di provocare dolore nelle altre persone esiste solo in individui che hanno subito la distruzione del sistema dei neuroni a specchio; ma ancora la nostra cultura non riconosce la mancanza di empatia degli assassini come il frutto di una gravissima e invalidante lesione cerebrale. Dovremmo parlare di più di questo argomento.

Una delle colonne del pensiero reazionario e aggressivo (che spesso si incontra anche tra i progressisti) è la convinzione che l’umanità sia sostanzialmente malvagia, che gli animali agiscano solo per convenienza e che il senso morale sia presente solo negli esseri umani (raramente). La gentilezza, il senso della giustizia, l’empatia, la pietà, sono bei sentimenti, ma la storia la fanno la competizione per il cibo, il sesso e il potere.

E dobbiamo educare i figli con durezza perché il mondo è crudele. E dobbiamo temere gli immigrati perché vogliono solo prenderci quello che è nostro. Proviamo a spiegare che la natura sa essere amorevole e senza la simbiosi la vita non esiste. Magari capiscono… In fondo, istintivamente, sono buoni anche loro. Cambia il mondo! Sorridi a un leghista!

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