La revisione delle concessioni autostradali, la riforma della prescrizione entrata in vigore il primo gennaio, le tasse verdi, plastic e sugar tax. Italia Viva trasforma il decreto Milleproroghe in un campo minato e piazza i candelotti di dinamite sotto quattro colonne portanti della linea dell’esecutivo, tracciata dai due soci più grandi della maggioranza – Pd e M5s – e fondamenta dell’accordo di governo prima e della manovra finanziaria poi. I renziani usano un decreto omnibus per occuparsi, appunto, di tutto. Anzi: per cancellare tutto, cioè tutto quello che rappresenta il grosso di quanto sostenuto finora dalla maggioranza, a partire dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Su oltre 2mila emendamenti al Milleproroghe, solo 150 sono firmati dai deputati vivaisti. Ma in molti casi aderiscono alla linea del centrodestra. A partire dalla prescrizione che oltre che nella sostanza propone anche un problema di forma di Iv: proprio domani è fissato un incontro di maggioranza sulla giustizia penale e Conte lo considera e confida che sia “risolutivo”, come ha detto a Sono le venti, il programma d’informazione sul Nove. Eppure Italia Viva ha presentato due proposte di modifica con cui si propone di rinviare di un anno gli effetti della riforma che blocca la prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Un testo quasi identico a quello avanzato da Enrico Costa, il deputato e responsabile Giustizia di Forza Italia. Un asse che getta una luce obliqua sul governo soprattutto dopo il voto delle Regionali del 27 gennaio: quel giorno infatti si discuterà in Aula alla Camera, la proposta di legge di Costa che cancella la riforma Bonafede. In commissione, nonostante i renziani abbiano votato col centrodestra, la proposta è stata respinta. Ma in Aula Italia Viva potrebbe tenere un altro comportamento e lì gli equilibri potrebbero essere più precari. Renzi è tornato ad attaccare il Pd: “Stanno andando a rimorchio dei Cinque Stelle e mi dispiace molto perché il Pd una volta era un partito riformista e garantista“. I democratici hanno replicato: “Matteo Renzi si lamenta sempre che attaccano il ‘Matteo sbagliato’. Sta sbagliando tutto anche lui, purtroppo. Da quando i sondaggi sono deludenti, attacca sempre e solo il partito sbagliato: il Pd e non la Lega di Salvini. Noi combattiamo le destre e i loro leader. Lui solo gli alleati: continuiamo così, facciamoci del male. Ma noi continueremo per unire e salvare l’Italia”.

In giornata, poi, era già uscita la notizia che l’intenzione di Italia Viva era quella di sopprimere l’articolo 35 sulle concessioni autostradali che prevede nuove regole sulle concessioni autostradali indicando il percorso da seguire in caso di revoca (nella transizione la gestione passa ad Anas) e riduce le eventuali penali a carico dello Stato. Anche qui Conte ha precisato e assicurato per l’ennesima volta, parlando con Peter Gomez a Sono le Venti che “è un dossier molto complesso, per questo ci stiamo prendendo tutto il tempo necessario per arrivare a conclusione e individuare una soluzione nell’interesse pubblico, portando a termine il dossier per tutelare interesse di tutti, per primi le vittime”. “Non posso anticipare – conclude il presidente del Consiglio – ma ci siamo quasi e sarà decisione ponderata, meditata e orientata a tutelare interesse pubblico”.

Ma non solo. I renziani tornano all’assalto delle due microtasse verdi introdotte dal governo nella manovra: la plastic tax che dovrebbe entrare in vigore a luglio e la sugar tax che invece partirà da ottobre. Italia Viva propone di rinviare l’entrata in vigore di entrambe al primo gennaio 2021. Anche in questo caso le analogie con Forza Italia non mancano proprio nella discussione sul Milleproproghe. I berlusconiani, con l’ex ministra Stefania Prestigiacomo, hanno presentato due emendamenti che puntano a rimuovere tout court le due mini-imposte per le aziende che producono plastica in eccesso o utilizzano quantità eccessive di zucchero in bevande e merendine.