Non solo finora Autostrade non ha offerto abbastanza, ma “non abbiamo mai valutato l’ipotesi di una maxi-multa”. Il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli fa un passo indietro. E dopo non aver smentito – come il resto del governo – l’ipotesi di un “piano B” con la concessionaria alternativo alla revoca né le aperture mostrate nell’intervista a Repubblica, sceglie il Tg1 per allontanare le ipotesi circolate mercoledì e sostanzialmente ribadite nel colloquio con il quotidiano romano.

Con il quale, ricordando che un’eventuale adozione della revoca “poggia su due basi: giuridica ed economica”, la ministra spiegava che “vanno valutate”. E giudicava “irricevibile” la volontà di Autostrade di conteggiare nel “risarcimento che offre allo Stato” i 600 milioni per la ricostruzione del ponte Morandi. Non esattamente una chiusura alle penali – semmai sulla loro consistenza – come alternativa al ritorno di 3mila chilometri di rete sotto il controllo di Anas. “Ci saremmo aspettati una riduzione significativa delle tariffe ai caselli, senza modificare il piano di maggiori investimenti per la rete e per la manutenzione”, aveva specificato. Lo “sconto”, insomma, è al momento “insufficiente”. Nessuna chiusura pregiudiziale né smentite anche se, era tornata a dire, nel dossier “sono emerse carenze nella manutenzione e nei controlli” che “non sono stati fatti a regola d’arte”. Non solo sul ponte Morandi.

A metà giornata però, dopo il fuoco di fila dei Cinque Stelle compreso il suo vice Giancarlo Cancelleri, De Micheli chiarisce: “Non abbiamo mai valutato né privatamentepubblicamente l’ipotesi di una maxi multa. Nei prossimi giorni il governo assumerà i provvedimenti conseguenti nella sua piena collegialità”. Un modo per spegnere gli animi pentastellati. Non scherziamo. Lo Stato non accetta carità, solo giustizia per le vittime. Per chi ha causato il crollo del ponte Morandi non ci saranno sconti”, spiegano fonti pentastellate ribadendo quanto affermato nelle scorse ore dal ministro Stefano Patuanelli, per il quale l’obiettivo resta la revoca. “Ci sono le famiglie di 43 vittime che ancora attendono giustizia– ricorda il M5s – La revoca della concessione ad Autostrade va inoltre nella direzione di un successivo abbassamento dei pedaggi. Bisogna cambiare il sistema degli affidamenti”.

Mentre per il numero due del ministero delle Infrastrutture la maxi multa è un “compromesso inaccettabile dopo gli infiniti crolli e disagi dovuti all’incuria delle opere autostradali concesse ad Autostrade”, tuona Cancelleri. “Lo Stato non gioca al ribasso e una maxi multa è uno sconto troppo alto a chi negli anni si è arricchito non garantendo la sicurezza delle autostrade italiane e dei cittadini che le percorrono ogni giorno. Il Movimento 5 Stelle non fa sconti”, ribadisce il viceministro sottolineando che la revoca “resta l’unica soluzione”.

Era stato interlocutorio e vago anche il segretario dem Nicola Zingaretti: “Non so da dove è uscita fuori questa proposta, francamente – aveva risposto sull’ipotesi della multa – Adesso vedrà il Governo come affrontare il tema. Su autostrade è molto chiaro: è giusto che lo Stato sia più forte e autorevole nei rapporti con i concessionari, ma non bisogna avere nessun preconcetto. Si entra nel merito delle concessioni: chi le ha rispettate, bene. Chi non le ha rispettate bisognerà vedere come comportarsi”. A confermare che, in qualche modo, un dialogo sotterrano sia in realtà aperto è il sindaco di Genova, Marco Bucci, commissario per la ricostruzione: “In via non ufficiale mi hanno detto che devo cominciare a parlare con Autostrade”, ha detto rispondendo poi “no comment” alla richiesta di ulteriori dettagli. “Ma non è la prima volta che lo dico – ha aggiunto – il punto è che bisogna iniziare già a ragionare anche sulla manutenzione”.

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