I cavalcavia della A14 tra Abruzzo e Marche, causa degli ingorghi durante le festività, restano sotto sequestro. Ad annunciarlo è il sindaco di Silvi, Andrea Scordella, spiegando che il Tribunale del Riesame di Avellino ha bocciato le tre istanze presentate da Autostrade dopo il provvedimento deciso dalla magistratura in seguito a una perizia presentata nel corso del processo per la strage di Acqualonga che provocò 40 morti.
Oltre a provocare lunghe code negli scorsi giorni e nel periodo pre-natalizio, tanto da spingere Autostrade a concedere rimborsi agli automobilisti che si sono ritrovati incolonnati, il sequestro dei cavalcavia sta congestionando il traffico lungo la Statale 16 Adriatica a causa del passaggio dei mezzi pesanti, ai quali è interdetta l’A14 fra Pescara Nord e Atri-Pineto perché sul viadotto Cerrano è consentito il passaggio di sole auto. Nella giornata del 7 gennaio nel comune di Silvi sono transitati 4000 mezzi pesanti.
“Rispetto a ieri – ha detto il sindaco Scordella – non si registrano novità, con la stessa intensità di traffico e le consuete problematiche. I cittadini stanno vivendo disagi che purtroppo si protrarranno nel tempo”. Sono infatti aumentati anche i tempi di percorrenza dei mezzi pubblici su gomma da e per Pescara, considerando che il traffico in congestione interessa anche i comuni di Marina di Città Sant’Angelo e Montesilvano.
“Siamo oltre il doppio dei transiti censiti di 1800 tir sul tratto di autostrada corrispondente – continua Scordella – Con questi numeri siamo in una situazione fuori controllo del traffico. È improponibile pensare di gestire, come Comune, una situazione del genere. Siamo preoccupati per questioni ambientali, ma anche per la sicurezza di pedoni e automobilisti perché, essendo stati costretti a spegnere i semafori, attraversare la strada a piedi e, per le auto, passare agli incroci diventa un rischio”.
L’indagine di Avellino aveva portato al sequestro preventivo delle barriere bordo ponte di 9 viadotti e a otto indagati tra cui tre manager di Autostrade per l’Italia, sotto accusa per aver “sostituito i precedenti tirafondi ‘Liebig Plus‘ – aveva scritto il gip a maggio – con barre filettate inghisate in malta cementizia, compromettendo notevolmente la capacità di contenimento delle barriere in caso di urto con veicolo pesante”. La decisione era arrivata dopo la strage di Acqualonga del luglio 2013, quando un pullman di pellegrini precipitò da un viadotto sulla Napoli-Canosa nel territorio di Monteforte Irpino provocando la morte di 40 persone.