Il 3 gennaio la Procura suprema per la sicurezza dello stato dell’Egitto ha rinnovato di altri 15 giorni la detenzione dell’avvocata Mahienour al-Masri, arrestata il 22 settembre scorso al Cairo proprio mentre stava lasciando gli uffici della procura.
Mahienour al-Masri, il cui arresto è scattato nei giorni delle ultime proteste di massa, è sotto indagine per “diffusione di notizie false” e “collaborazione con un gruppo terroristico nel perseguimento dei suoi obiettivi”.
Persona tra le più importanti del movimento dei difensori dei diritti umani in Egitto, insignita del premio Ludovic Trarieux per i diritti umani, Mahienour al-Masri è finita in carcere tre volte negli ultimi cinque anni. Nel febbraio 2015 era stata condannata a due anni di carcere per “manifestazione non autorizzata”, “danneggiamento di proprietà della polizia”, “aggressione alle forze di sicurezza” e “minaccia all’ordine pubblico”, il tutto per aver manifestato, il 29 marzo 2013, di fronte a una stazione di polizia di Alessandria in solidarietà con alcuni colleghi arrestati. L’11 maggio 2015 la condanna era stata ridotta a un anno e tre mesi e il 13 agosto 2016 era stata rilasciata.
Il secondo arresto risale al novembre 2017, per aver preso parte – sempre ad Alessandria – a una manifestazione contro la decisione del governo egiziano di cedere all’Arabia Saudita due isole nel mar Rosso, Tiran e Sanafir. Condannata il 30 dicembre a due anni di carcere per “manifestazione non autorizzata”, il 13 gennaio 2018 in appello era stata prosciolta e rilasciata.
Dopo aver ricevuto, tre giorni fa, la notizia della proroga della sua detenzione, Mahienour al-Masri ha annunciato la decisione di rifiutare, insieme ad altre detenute, il cibo fornito dalla prigione di al-Qanater, per protesta contro la negligenza medica che aveva causato la morte di una detenuta, Mariam Salem.
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