L’uccisione del generale Qassem Soleimani, capo delle Forze Quds, le forze speciali delle Guardie della rivoluzione iraniana, ad opera di un drone americano ha provocato reazioni negli Stati Uniti, visto anche il pericolo che adesso stanno correndo diplomatici e, in generale, cittadini americani presenti nel Paese e ai quali è stata ordinata una rapida evacuazione. E a parlare, ore dopo l’attacco, è stato anche il presidente russo, Vladimir Putin, alleato di Teheran: l’azione, ha detto “rischia di aggravare la situazione” nel Paese.

Viste le rapide mobilitazioni delle forze sciite nel Paese, tra cui le milizie irachene pro-Iran, gli uomini vicini al leader Muqtada al-Sadr, le promesse di vendetta da parte delle Guardie della rivoluzione presenti nel Paese e le minacce che arrivano anche dagli Hezbollah libanesi, l’ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad ha sollecitato i cittadini americani a “lasciare l’Iraq immediatamente”: “I cittadini americani partano per via aerea dove possibile, altrimenti raggiungano altri paesi via terra”. Fonti del ministero degli Esteri e della Difesa israeliani, nel frattempo, hanno annunciato l’innalzamento dello stato di allerta per le proprie delegazioni all’estero.

Ripercussioni dell’attacco si sono registrate anche internamente agli Stati Uniti. Il candidato Dem alla Casa Bianca, Joe Biden, si dice preoccupato per le conseguenze di questa mossa, dichiarando che Trump ha gettato “dinamite in una polveriera”. Anche un’altra candidata, Elizabeth Warren, afferma che “Soleimani era un assassino responsabile della morte di migliaia di persone, inclusi centinaia di americani. Ma la mossa avventata provoca un’escalation della situazione con l’Iran. La nostra priorità deve essere evitare un’altra costosa guerra“.

Polemiche interne al Congresso sono poi nate a causa del fatto che i parlamentari americani non sono stati avvertiti dell’attacco ordinato dal presidente Trump, come si legge in un comunicato del deputato democratico Eliot Engel. Il raid eseguito in Iraq “ha avuto luogo senza alcuna notifica o consultazione con il Congresso”, recita la nota. Soleimani era “la mente di una grande violenza” e ha “il sangue degli americani sulle sue mani”. Tuttavia, ha proseguito, “intraprendere un’azione di questa gravità senza coinvolgere il Congresso solleva seri problemi legali ed è un affronto ai poteri del Congresso nella sua veste di ramo paritetico del governo”.

La Nato, dal canto suo, fa sapere che “monitora la situazione in Iraq. Seguiamo da vicino la situazione nella regione e restiamo in stretto e regolare contatto con le autorità Usa”, ha precisato un portavoce. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha invece dichiarato che “il ciclo di violenza, provocazioni e ritorsioni a cui abbiamo assistito in Iraq nelle ultime settimane deve finire. Un’ulteriore escalation deve essere evitata a tutti i costi”.

“Gli ultimi sviluppi della situazione in Iraq sono molto preoccupanti. Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una pericolosa escalation culminata nell’uccisione del Generale iraniano Soleimani. L’Italia – si legge in una nota della Farnesinalancia un forte appello perché si agisca con moderazione e responsabilità, mantenendo aperti canali di dialogo, evitando atti che possono avere gravi conseguenze sull’intera regione. Nessuno sforzo deve essere risparmiato per assicurare la de-escalation e la stabilità. Nuovi focolai di tensione non sono nell’interesse di nessuno e rischiano di essere terreno fertile per il terrorismo e l’estremismo violento”.

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha deciso di interrompere la visita in corso in Grecia e di rientrare nelle prossime ore in Israele, dove è stato elevato lo stato d’allerta anche per le rappresentanze diplomatiche fuori dal Paese. Netanyahu ha anche ordinato ai suoi ministri di non commentare in alcun modo l’uccisione del generale iraniano.

L’Unione europea, attraverso l’Alto rappresentante Josep Borrell, invita alla “massima moderazione” e a “mostrare responsabilità“. In una nota Borrell commenta sviluppi: “L’attuale ciclo di violenza in Iraq deve essere fermato prima che sfugga al controllo. Un’altra crisi rischia di compromettere anni di sforzi per stabilizzare l’Iraq”. Infine precisa che “l’UE è pronta a continuare il suo impegno con tutte le parti al fine di contribuire a disinnescare le tensioni e invertire la dinamica del conflitto”.

Dalla Francia, il ministro francese per l’Europa, Amelie de Montchalin, parla di un mondo “più pericoloso”, mentre la Russia, alleata dell’Iran nell’area, attraverso il proprio capo della diplomazia, Sergej Lavrov, fa sapere che considera “l’uccisione di Soleimani un passo avventuristico che accrescerà le tensioni in tutta la regione”: “Soleimani ha servito con devozione la causa per la protezione degli interessi nazionali iraniani. Esprimiamo le nostre sincere condoglianze al popolo iraniano”.

Anche Berlino esprime “preoccupazione” per il “pericoloso momento di escalation” in cui ci si trova, e sollecita “oculatezza e moderazione, per contribuire alla distensione” nella regione, come detto dalla portavoce della cancelliera Angela Merkel, Ulrike Demmer, in conferenza stampa. “La situazione attuale non è nata oggi. C’è una storia pregressa e ci sono state una serie di attività dell’Iran che noi abbiamo più volte criticato come destabilizzanti – ha detto il portavoce del ministero degli esteri tedesco – Qassem Soleimani era segnalato anche nelle liste dell’Ue come terrorista“. La morte di Soleimani non è avvenuta in un’operazione della coalizione, ha anche sottolineato, e “va chiesto agli americani di spiegare questa azione”.

La Russia ipotizza che l’azione possa mettere definitivamente la parola “fine a qualsiasi possibilità di salvare l’accordo sul nucleare” iraniano, ha dichiarato Konstantin Kosachev, presidente della Commissione esteri del Consiglio della Federazione russa, che ha definito l’uccisione di Soleimani un errore che si ripercuoterà su Washington. “Seguiranno certamente attacchi di rappresaglia”, ha scritto Kosachev sulla sua pagina di Facebook, aggiungendo che anche Israele dovrebbe temere le conseguenze.

Pechino chiama tutte le parti, “soprattutto gli Stati Uniti” a dar prova di moderazione: “La Cina si è sempre opposta all’uso della forza nelle relazioni internazionali”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, parlando con i giornalisti. “Esortiamo le principali parti, specialmente gli Stati Uniti, a mantenere la calma e dar prova di moderazione per evitare nuove escalation della tensione”, ha aggiunto.

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