Nel 1976 Fidel Castro aveva deciso di abolire la carica, dopo averla ricoperta lui stesso, continuando a governare incarnando quelle di presidente e capo del partito comunista di Cuba. Ma ora, dopo 40 anni, il Parlamento cubano ha deciso di reintrodurre l’incarico di premier, nuova tappa del processo di decentralizzazione e cambio generazionale da parte della vecchia guardia rivoluzionaria che mira a estendere e proteggere il dominio del Partito Comunista. L’Assemblea Nazionale del Potere Popolare ha infatti approvato oggi all’unanimità la designazione proposta dal presidente della Repubblica di Miguel Díaz-Canel dell’attuale ministro del Turismo, il 56enne Manuel Marrero Cruz (a destra nella foto, con la giacca scura), quale nuovo primo ministro. Illustrando le ragioni della sua scelta che, ha sottolineato, “è stata approvata dall’ufficio politico del Partito comunista“, il capo dello Stato ha lodato “la modestia, l’onestà, la capacità di lavoro, la sensibilità politica e la fedeltà al partito e alla rivoluzione” di Marrero. Commentando la nomina, Arturo Lopez-Levy della Holy Names University in California, esperto di questioni cubane, ha precisato che la nomina di Marrero non intende avviare una transizione, ma a implementare e gestire la linea del presidente e leader del Partito Comunista Raul Castro (a sinistra nella foto, col pollice verso l’alto), che resta “colui che guida”. Raul è arrivato al potere nel 2016, succedendo al lider maximo dopo la sua morte.

Chi è Marrero – Ha iniziato la sua carriera nel governo nel 1999 come vice presidente del potente Gaviota Hotel Group – appartenente alle forze armate -, diventando presidente un anno dopo e ricoprendo lo stesso incarico fino al 2004, anno in cui è diventato ministro del turismo. Il nuovo premier “ha guidato l’industria del turismo in modo encomiabile – ha detto Diaz Canel -, che costituisce una dei principali perni di svilupo dell’economia nazionale”, ha aggiunto. Questo, secondo Lopez-Levy, è esattamente il motivo per cui Marrero “che ha tutta questa vasta esperienza nel turismo e lavora con gli investitori” è stato scelto, e “sottolinea la priorità che quest’area detiene nella strategia di sviluppo del Paese”.

La carica di primo ministro è stata ricoperta per l’ultima volta da Fidel Castro nel 1976. Ma il posto è stato abolito quando Castro è passato alla presidenza, subentrando a Osvaldo Dorticos. Castro era un primo ministro unico “dato il peso della sua persona”, ha detto Lopez-Levy. “Il massimo potere nel paese era nelle mani di Fidel” durante il suo periodo come primo ministro dal 1959 al 1976, anche se Dorticos era presidente e capo di Stato. La nomina di un primo ministro può significare una separazione dei poteri, ma Lopez-Levy ha insistito sul fatto che a Cuba rappresenta più una “separazione di funzioni”, dato il concetto comunista di unità politica e il fatto che il paese sia uno Stato a partito unico.

La costituzione cubana richiedeva che il candidato venisse dall’Assemblea nazionale di 605 membri, che avesse almeno 35 anni, fosse “cittadino cubano di nascita” e non avesse “altra nazionalità”. Il premier ha il potere di assumere e licenziare dipendenti statali nonché il controllo generale dei governatori provinciali, un’altra posizione ripristinata ai sensi della nuova costituzione.

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