Bénin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea-Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo voltano pagina: gli otto Paesi dell’Africa occidentale, dopo sei mesi di negoziati con la Francia, hanno deciso una riforma radicale del franco Cfa, la moneta unica in vigore nei paesi africani quasi tutti ex colonie francesi. Da luglio 2020 il franco Cfa si chiamerà Eco, ha annunciato il presidente della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara, parlando al fianco di Emmanuel Macron, che ha definito il colonialismo “un errore profondo, una colpa della Repubblica”. La riforma annunciata prevede che le banche centrali dell’Africa occidentale non debbano più depositare la metà delle loro riserve di cambio presso la Banca di Francia, un obbligo che era percepito come una umiliante dipendenza da Parigi da molti, incluso Otto Bitjoka, economista e presidente dell’associazione panafricanista Ucai (Unione comunità africane d’Italia). Il Futuro Eco mantiene il cambio 1 euro = 655,96 franchi Cfa ma questo punto potrebbe subire modifiche prima della nascita della nuova moneta unica.

I pilastri della riforma – “Abbiamo deciso una riforma del franco Cfa con tre grandi cambiamenti – ha annunciato il presidente della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara, al fianco del presidente francese che aveva appena terminato la sua visita ad Abidjan – uno di questi sarà il nome”, da Cfa in Eco. Il secondo, ancora più importante, è “la fine della centralizzazione del 50% delle riserve nel Tesoro francese”. Il terzo pilastro della riforma sarà il ritiro da parte di Parigi delle “istanze di governance nelle quali era presente”. Per Macron si tratta di “una riforma storica di primaria importanza”. “L’Eco nascerà nel 2020 – ha aggiunto Macron – e io me ne rallegro”, anche perché il Cfa era “percepito come un’eredità della ‘Francafrique'”, il nome con cui viene definita la commistione di interessi tra la Francia e gli ex paesi coloniali. “Troppo spesso, oggi – ha detto Macron parlando al fianco di Ouattara – la Francia è percepita” come un Paese che ha “uno sguardo egemone e orpelli di un colonialismo che è stato un errore profondo, una colpa della Repubblica”. Per l’Eliseo la decisione della transizione a Eco “mette fine a tutte le illazioni” che sono state fatte sulla moneta, accusata di essere erede del colonialismo francese in Africa. Al momento, non sono coinvolti i 6 paesi dell’Africa centrale che utilizzano il franco Cfa ma che danno vita a una zona monetaria distinta.

La polemica tra Italia e Francia – Il franco Cfa – creato nel 1945 ed era diventato il “franco della Comunità finanziaria africana” dopo l’indipendenza dei paesi del continente – era stato oggetto di una polemica senza precedenti, a inizio anno, per le dichiarazioni dell’allora vicepresidente del Consiglio italiano Luigi Di Maio, il quale aveva detto fra l’altro che “se oggi la gente parte dall’Africa è perché alcuni Paesi europei con in testa la Francia, non hanno mai smesso di colonizzare decine di Stati africani”. E su Macron, in particolare, Di Maio aveva detto che il presidente francese “prima ci fa la morale, poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta l’Africa”. Le dichiarazioni avevano provocato da parte di Parigi la convocazione al Quai d’Orsay dell’ambasciatrice Teresa Castaldo.

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