Giocare o non giocare? A volte nei dilettanti diventa un dilemma amletico, per motivi molto diversi. E se non si vuole giocare anche gli escamotage per evitare di scendere in campo diventano degni di nota. Se si vuole giocare, per contro, si ricorre anche a metodi artigianali, purché riconosciuti. Quando si gioca poi si sa: comincia la lotta, con le mani ma non solo, tutto può diventare utile per offendere, arbitro e avversari.

LA PORTA SEGATA
Se in Veneto avevamo le porte più basse e si creavano trincee per alzarle, in Campania le porte si segano direttamente a metà. Come accaduto in Castelvernieri-Cava 2000: “La gara in epigrafe non si è disputata a causa del fatto che una delle due porte del campo di calcio era stata letteralmente segata in due e che la rete non esisteva più; il ddg, infatti, una volta arrivato presso l’impianto constatava tale circostanza ed allegava al referto la denunzia di danneggiamento aggravato”. Gara rinviata dunque e, si immagina, inquirenti sulle tracce della banda dei segatori di porte.

L’IMPIANTO IDRICO FA ACQUA
Porte integre, ma qualche problema agli idranti in Liguria: dove una gara di Promozione tra Taggia e Serra Riccò non si è disputata per impraticabilità del campo. Era allagato. Fin qui nulla di strano, può capitare. Non sarebbe normale se, come da ricorso presentato dalla Serra Riccò – spiega settimanasport.com – nonostante una pioggia copiosa fossero in funzione gli idranti sulle fasce laterali. Non potevano essere spenti perché “il personale diceva che non si trovavano le chiavi per chiuderli”. Proprio l’impraticabilità delle fasce laterali è risultato il motivo per cui la gara non si è disputata. Giardiniere distratto? Idranti malfunzionanti? O, come il Riccò dice nel ricorso, troppi infortunati nella squadra di casa?

LA LOTTA NEL FANGO
Per un periodo, a cavallo degli anni novanta, andava di moda la “lotta nel fango”: modelle o belle ragazze che immerse in una vasca di fango fingevano una lotta che era più che altro uno spettacolo sexy. Sarà stato un nostalgico, Matteo Puppione dello Spartak San Damiano, I categoria piemontese, squalificato per tre giornate: “ Per condotta gravemente antisportiva, consistente nell’aver reagito ad un fallo subito raccogliendo da terra manciate di fango e lanciandole contro l’avversario, creando così uno scontro, comunque risolto velocemente”.

PROVACI ANCORA FLORIO
Nelle serie inferiori alla Promozione i guardalinee non ci sono e dunque la bandierina viene affidata a componenti della società di casa. E dunque quella bandierina spesso diventa un’arma, mal utilizzata nel caso di Florio dell’Adige, II categoria, squalificato fino al 5 giugno 2020 perché “In qualità di assistente arbitrale, offendeva il direttore di gara. Alla notifica, reiterava gli insulti e lanciava verso l’arbitro la bandierina senza colpirlo, raccattava la bandierina scagliandola nuovamente verso l’arbitro e nuovamente senza colpirlo, nel mentre reiterava le offese”.

AL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE
Se, come visto, ci sono casi in cui quasi ci si industria a non giocare, ci sono anche casi esattamente opposti. Come quello mostrato in foto da Abruzzo Calcio Ignorante: sul campo del Rosciano di II categoria, in assenza delle rete normale si opta per quella usata per la raccolta delle olive. Poesia, pura poesia.

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