“Correrò per la presidenza per sconfiggere Donald Trump e ricostruire l’America“. Così il miliardario Michael Bloomberg, 77 anni, annuncia ufficialmente la sua candidatura per la corsa alla Casa Bianca alle prossime elezioni di novembre 2020 sul sito della propria campagna elettorale. Già lo scorso 21 novembre l’ex sindaco di New York aveva depositato alla commissione elettorale americana i documenti necessari per correre alle primarie democratiche, ma solo domenica ha confermato la sua candidatura lanciando un video diffuso online, nel quale in parte ha riproposto la sua storia personale, in parte ha attaccato il presidente Trump.

“Non possiamo permetterci altri quattro anni di azioni spericolate – ha precisato l’ex sindaco – e non etiche da parte del presidente Trump. Lui rappresenta una minaccia esistenziale per il nostro Paese e i nostri valori”. E aggiunge: “Se vincerà un altro mandato potremmo non riprenderci più dai danni”. Non solo: Bloomberg fa sapere che non accetterà donazioni politiche nella sua corsa alla Casa Bianca e, se verrà eletto, rinuncerà allo stipendio.

La sfida è lanciata: l’entourage di Bloomberg ha spiegato che a convincere il miliardario, già magnate dei media, a candidarsi sarebbe stata la preoccupazione nel ritenere nessuno dei candidati dem in grado di battere Trump, giudicando troppo debole il moderato Joe Biden e troppo di sinistra gli altri due frontrunner, i senatori Elizabeth Warren e Bernie Sanders. Secondo indiscrezioni, la campagna di Bloomberg entrerà nel vivo solo tra qualche mese: salterà i primi quattro Stati chiamati a votare, ovvero Iowa, New Hampshire, Nevada e South Carolina, puntando alle elezioni di marzo negli Stati più grandi, come la California.

Per la sua discesa in campo Bloomberg ha comprato una settimana di spot pubblicitari in tv, in onda da lunedì, dal valore, secondo quando riferito dalla società Advertising Analytics, di 31 milioni di dollari. La somma più grande mai spesa da un candidato presidenziale degli Stati Uniti: il record precedente era stato Barack Obama, con quasi 25 milioni spesi nell’ultima settimana della sua campagna del 2012.

Una spesa che ha provocato le critiche da parte degli altri 17 democratici candidati alle primarie. Il senatore Bernie Sanders, che con Elizabeth Warren ha duramente attaccato l’ex sindaco, si è detto “disgustato” dall’idea che il miliardario, così come qualsiasi altro, pensi di “poter aggirare il processo politico e spendere decine di milioni dollari per comprare le nostre elezioni”.

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