“Quando dentro allo spogliatoio mi sono rialzato e ho visto le facce spaventate dei bambini, ho capito che avrebbero voluto aiutarmi”. Roberto Guali, istruttore di minibasket a Luino, in provincia di Varese, racconta sulla pagina Facebook “La giornata tipo”, aperta da appassionati di basket, di esser stato vittima di aggressione da parte di un genitore di uno dei suoi piccoli atleti. Aggressione che gli è costato la frattura del naso. Sabato 9 novembre, durante la partita, un “genitore della mia squadra – racconta Guali, 25 anni – continuava a inveire contro l’arbitro, ovvero un mio collega perché nel minibasket a dirigere le partite sono allenatori di altre squadre. All’ennesima reazione esagerata di alcuni genitori ho dovuto richiamarli all’ordine dalla panchina. Uno di loro, però, ha preso male il mio richiamo”.

Così a fine partita il genitore è entrato nello spogliatoio e ha iniziato a prendere a pugni l’allenatore davanti ai bambini. “La cosa che mi ha fatto più male non sono state le botte ma che, per un momento, io abbia pensato di non farmi più vedere in palestra. Di smetterla col basket”. Poi Guali ha incontrato lo sguardo nei bambini, spaventati. “Io per loro – aggiunge su Facebook – sono un istruttore, un insegnante, una guida nel bel mezzo del cammino di questo sport meraviglioso. Quello che facciamo ogni settimana in palestra viene prima di tutto. Abbiamo instaurato un rapporto fantastico e non si meritano che io li abbandoni adesso senza che loro abbiano alcuna colpa. Anzi loro mi regalano solo soddisfazioni“.

Prima degli allenamenti del martedì successivo il genitore ha chiamato l’allenatore per le scuse: “La chiamata mi hanno fatto piacere, spero che abbia capito la gravità di quello che ha fatto. Però la denuncia rimane. Il figlio in palestra invece mi ha abbracciato forte”. E conclude: “Il bambino sarà sempre bene accetto in palestra, il padre non dovrà più metterci piede per parecchio tempo. Il rispetto dei ruoli è un aspetto fondamentale nella vita. Quel genitore non ha fatto male a me, ha fatto male soprattutto a suo figlio”.

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