Da “proteggendo” a “promuovendo lo stile di vita europeo”. Il cambio riguarda il titolo ufficiale deciso da Ursula von der Leyen per Margaritis Schinas, vicepresidente con delega alle migrazioni. La prima versione, che ha innescato le polemiche sulla futura commissione, aveva scatenato a settembre critiche trasversali, da Guy Verhofstadt, parlamentare europeo di Renew Europe fino ad Amnesty International, secondo cui “collegare migranti e sicurezza” dava un “messaggio preoccupante“. E ora la presidente della Commissione Ue “ha concordato” di cambiare il nome del dossier “a seguito di diversi giorni di negoziati”, come proposto dalla leader del gruppo dei Socialisti (Sd) Iraxte Garcia. E in un comunicato il gruppo fa sapere che la presidente ha concordato “una serie di importanti richieste avanzate” dai socialisti. Gli elementi contenuti nella nota sono stati confermati dal portavoce dell’esecutivo entrante, Eric Mamer, che tuttavia non è entrato nei dettagli.

Tra le domande accolte, secondo la nota, oltre alla modifica del nome del dossier di Schinas, anche la responsabilità del coordinamento degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile per il commissario designato all’Economia Paolo Gentiloni, ed un arricchimento per il portafoglio del lussemburghese Nicolas Schmit che ora sarà responsabile di “Lavoro e diritti sociali”; e quello del lituano Virginius Sinkevicius, che ora diventa titolare del dossier “Ambiente, oceani, e pesca”. Il 14 novembre sono previste all’Eurocamera le audizioni dei tre commissari designati ancora mancanti nell’esecutivo von der Leyen, il francese Thierry Breton, la romena Adina Valean e l’ungherese Oliver Varhelyi. E sempre i socialisti, in commissione Juri, avevano protestato per il primo via libera alle audizioni del candidato di Macron: erano infatti state respinte col voto di liberali e conservatori le loro richieste di rivolgergli domande su eventuali conflitti di interesse.

Critica però la scelta del cambio di nome per il dossier di Schinas il capodelegazione di Fratelli d’Italia nel Parlamento Europeo, Carlo Fidanza, secondo cui in questo modo von der Leyen “ha ceduto al politicamente corretto, pur di acquisire qualche voto dalla sinistra“, accettando “il diktat dei Socialisti europei”. “Non ci sembrano queste – prosegue Fidanza – le giuste premesse per l’avvio di questa Commissione, così come non depongono bene le continue oscillazioni della von der Leyen pronta a tutto pur di recuperare consensi. Noi ci opporremo a questa visione dell’Europa che deve sì essere inclusiva, ma non deve mai dimenticare di difendere la proprie radici e il proprio stile di vita”.

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