Potrebbe esserci la vitamina E acetato all’origine dei danni polmonari e dei morti collegati all’uso delle sigarette elettroniche negli Stai Uniti. L’ipotesi arriva dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Centers for Disease Control and Prevention) americani, che hanno identificato questo composto chimico nei fluidi polmonari di 29 persone malate. La scoperta potrebbe una “svolta” che indica il probabile colpevole dell’epidemia che causato più di 2.000 malati in Usa, uccidendo almeno 39 persone. “È la prima volta che abbiamo individuato una sostanza chimica” potenzialmente colpevole “nei campioni biologici dei pazienti con questi danni polmonari”, affermano i Cdc, continuando a raccomandare di non usare sigarette elettroniche o prodotti che contengono Thc, l’ingrediente psicoattivo nella marijuana.

“L’acetato di vitamina E – si legge nelle ricerca della Cdc – viene utilizzato come additivo nella produzione di prodotti per sigarette elettroniche”. E Anne Schuchat, numero due del Cdc, in una conferenza stampa ha aggiunto: “Per la prima volta abbiamo scoperto una potenziale tossina di preoccupazione, la vitamina E acetato, in campioni biologici di pazienti”. I campioni, ha spiegato, “hanno fornito la prova della presenza di vitamina E acetato nel sito principale delle lesioni ai polmoni”. La scoperta della pericolosità della vitamina E acetato si basa su campioni di fluidi presi da 29 pazienti malati: la sostanza Thc è stata identificato nel 82% dei campioni, mentre la nicotina nel 62%. Le sigarette elettroniche, secondo i dati riportati sempre dalla Cdc, hanno fatto ammalare negli Usa 2051 persone uccidendone 39.

La scorsa settimana anche l’Istituto superiore di Sanità aveva lanciato un’allerta. Che la sigaretta elettronica possa provocare effetti avversi sugli organi e sulle cellule” ormai è accertato nella letteratura scientifica e molti casi di decessi, soprattutto negli Usa, hanno innalzato la soglia di attenzione degli enti controllori. Obiettivo dell’alltera “vigilare sulla grave malattia polmonare tra le persone che utilizzano le sigarette elettroniche”, e in particolare alcuni liquidi, e monitorare l’insorgenza delle gravi lesioni polmonari riscontrate negli Stati Uniti. La decisione è stata assunta sulla base delle segnalazioni ricevute dall’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze di Lisbona. Il grado 2, su tre gradi di allerta, quindi intermedio, indica il rischio di lievi danni per la salute e di diffusione di sostanze nel mercato illecito. Quelli registrati negli Usa sono circa 1300 casi e 26 morti da polmonite chimica, soprattutto tra i più giovani.

La maggior parte ha utilizzato prodotti per e-cig contenenti THC (tetraidrocannabinolo), molti hanno usato prodotti a base sia di THC che nicotina e altri solo nicotina. I Centers for diseases control (Cdc) segnalano inoltre che molti casi sono collegati all’uso di prodotti acquistati su canali non ufficiali e rivenditori non autorizzati. Gli esperti però avvertono: ciò che è stato registrato negli Stati Uniti per ora non ha alcun riscontro in Italia e in Europa, perché il problema negli Usa è rappresentato dall’uso senza regole dell’e-cigarette, spesso legato al consumo di stupefacenti. Nel nostro Paese i controlli sulla vendita nei canali ufficiali delle sostanze con cui sono caricati questi strumenti sono molto più rigorosi. L’assenza di un nesso di causalità, scrive l’Iss, tra i casi di malattia polmonare e una singola sostanza, marchio o metodo di utilizzo lascia i Paesi europei, tra cui l’Italia, in una situazione di allerta. Per questo anche le strutture sanitarie italiane dovranno vigilare e denunciare eventuali casi.

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