Matteo Salvini smentisce di aver incontrato, nella serata di venerdì, la senatrice a vita Liliana Segre, vittima di minacce e offese sui social che hanno giustificato la scelta del prefetto di Milano, Renato Saccone, in accordo con il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, di affidarle la scorta. L’ex titolare del Viminale, ai microfoni dei giornalisti che lo hanno incontrato al suo arrivo a Eicma, ha smentito la notizia diffusa dal Tgr Lombardia: “Io gli incontri che ho li comunico. Gli incontri che non comunico io, per quanto mi riguarda, non ci sono”.

Il capo politico del Carroccio ha però dichiarato che un incontro con l’89enne sopravvissuta alla Shoah ci sarà: “L’incontro con la Segre l’avrò più avanti. Lo chiedo io. Quando avverrà? Presto”, ha continuato non anticipando però i temi del colloquio. “Io ascolto, è una donna estremamente intelligente. Sono giovane, ho voglia di capire, di imparare e di ascoltare”. Salvini mantiene lo stesso approccio anche quando gli viene chiesto un parere sulla commissione contro l’odio e la discriminazione che prende il nome proprio della senatrice a vita: Segre “farà le sue scelte a prescindere da quello che suggerisce Salvini. Ritengo che sia una donna estremamente intelligente, quindi non ha assolutamente bisogno dei miei consigli”.

Poi, come già ricordato nei giorni scorsi, ricorda di essere anche lui vittima di minacce: “A me è appena arrivato un altro proiettile. Non piango. In un Paese civile non dovremmo rischiare né io né la Segre”. E a chi gli ha chiesto se anche la Lega scenderà in piazza a sostegno della senatrice nella manifestazione dei sindaci del 10 dicembre, a Milano, ha risposto: “Sì. Quando c’è qualcosa di democratico che riguarda il futuro lo sosteniamo. Il dibattito tra fascismo e comunismo, che sono sepolti dal passato, non mi appassiona”.

Franceschini: “Ripristinati 25 milioni per il Museo dell’ebraismo di Ferrara”
La vicenda Segre ha avuto anche altre conseguenze all’interno del governo. In un’intervista all’Ansa, il ministro della cultura, Dario Franceschini, ha anticipato che sono stati ripristinati finanziamenti da 25 milioni di euro per il Meis, il museo dell’ebraismo di Ferrara: “Lo dobbiamo a Liliana Segre – ha detto – A lei personalmente e a quello che rappresenta. La conoscenza è il migliore antidoto contro odio e intolleranza“.

Il finanziamento era stato tagliato dal precedente governo, nonostante, spiega il ministro, fosse necessario per il completamento del museo: “Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – ha ricordato Franceschini – è stato istituito con una legge dal Parlamento nel 2003. Durante lo scorso governo era saltato il finanziamento di 25 milioni di euro necessario per il completamento del Museo. Ma un’idea così importante non si può lasciare a metà, ecco perché attraverso una rimodulazione dei Fondi per lo Sviluppo e la Coesione del Ministero abbiamo recuperato il finanziamento che era stato cancellato”.

La legge a cui fa riferimento il ministro Franceschini, che ne era il primo firmatario, è la 91 del 17 aprile 2003 che prevede la realizzazione a Ferrara di un polo culturale per testimoniare le vicende che caratterizzano la bimillenaria esperienza ebraica in Italia e far conoscere la vita, il pensiero e la cultura dell’ebraismo italiano dalle sue origini al presente, includendo, con un’attenzione speciale, il periodo delle persecuzioni e della Shoah nell’esperienza specifica degli Ebrei italiani.

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