Giuseppe Conte? Non stia sereno. Il consiglio non richiesto al presidente del consiglio arriva dall’uomo per il quale era stato inventato quell’hasthag: Enrico Letta. Nel giorno in cui Matteo Renzi scrive al Corriere della Sera citando proprio il suo predecessore a Palazzo Chigi, l’ex premier interviene a L’Aria che Tira su La7 rivolgendosi a Conte e al segretario del Pd, Nicola Zingaretti. “Voglio dare un consiglio non richiesto a Conte e a Zingaretti. È evidente che la lettera di Renzi è per dissotterrare l’ascia di guerra: ‘Io vi faccio ballare‘. Penso che loro non debbano accettare questo gioco, non facciano come me”.

Chiaro riferimento all’inverno del 2014 quando Renzi – dopo il celebre #Enricostaisereno lanciato in diretta televisiva – aveva “sfiduciato” Letto per prenderne il posto a Palazzo Chigi. Questa volta, però, secondo l’ex premier la situazione è un po’ diversa. Intanto perché Renzi non è più al vertice del primo partito italano, che all’epoca era il Pd.” “Conte e Zingaretti – dice Letta – hanno il coltello dalla parte del manico. Non è possibile che una maggioranza vada avanti in un ‘Vietnam’ quotidiano. Facciano con Renzi un patto, nel momento in cui Renzi non lo rispetterà si vada al voto. Se si va avanti come oggi il governo non arriva a mangiare il panettone”. Un consiglio, dunque, e una metafora calcistica per mettere in allerta Conte.

Ma cosa ha scritto Renzi nella sua lettera al Corriere? Il leader di Italia Viva ha avvisto il governo soprattutto su un punto: l’aumento delle tasse, peraltro mai ipotizzato dall’esecutivo guidato da Conte. “Non è pensabile che per diminuire il cuneo si voglia aumentare l’Iva – scrive l’ex segretario del Pd – Aumentare l’Iva per 7 miliardi in cambio di una riduzione del cuneo fiscale per 2,5 miliardi di euro non è un affare: è un autogol. E bene hanno fatto i nostri rappresentanti a opporsi con tutte le loro forze. Aumentare l’Iva oggi sarebbe stata una follia, sia sul piano politico regalando un immeritato assist al senatore Salvini, sia sul piano economico colpendo i consumi”. La missiva assume il sembianze del messaggio quando l’ex premier cita il suo predecessore: “L’esperienza del governo guidato dall’onorevole Letta ricorda a tutti noi come aumentare l’Iva in un momento di stagnazione economica indebolisca profondamente i consumi: era l’ottobre del 2013 quando l’esecutivo decise l’ultimo aumento. E per mesi l’Italia ne ha pagato le conseguenze“. Quello che Renzi non ricorda sulle colonne del Corriere è che dopo quell’ultimo aumento lui – da segretario appena eletto del Pd – andò in tv a rassicurare Letta sulla permanenza a Palazzo Chigi. Dopo poche settimane, però, radunò la direzione del Pd per “licenziare” il rivale da Palazzo Chigi.

E a testimoniare come la missiva inviata in via Solferino dall’ex premier sia tutt’altro che una buona notizia per il governo, c’è l’opinione di Carlo Calenda: a differenza di Letta, l’ex ministro non vede di buonocchio l’esecutivo Conte 2. E infatti è uscito dal Pd in polemica proprio con Renzi e Zingaretti per la decisione di allearsi con il M5s. “Tutto vero – scrive Calenda su twitter rivolgendosi a Renzi – Peccato che è il governo che sostieni che propone il panicello caldo. E lo propone dopo che la tua delegazione al Governo ha concordato i contenuti della manovra. Questo controcanto è decisamente peggio di una sana opposizione Matteo”.

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