“Conclusa questa seduta di sindacato ispettivo, tornerò al Ministero del Lavoro per coordinare, di concerto con il Ministero della Giustizia e l’Inps, l’apposito tavolo tecnico per garantire una pronta risposta, anche normativa, per questa vicenda e per tutti quei casi analoghi che potrebbero verificarsi, sia pure nel doveroso rispetto della cornice costituzionale”. Così la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, in risposta a un’interrogazione alla Camera di Forza Italia sull’esclusione, dal reddito di cittadinanza, dei condannati per gravi delitti. Il riferimento, esplicito, è al caso dell’ex brigatista Federica Saraceni,che percepirebbe dallo Stato più di 600 euro al mese.

“Dagli elementi acquisiti dal Ministero della Giustizia – ha chiarito Catalfo – è emerso che Saraceni è sottoposta a un regime di detenzione domiciliare speciale, comminato dall’autorità giudiziaria in quanto responsabile, tra gli altri, del delitto di attentato per finalità terroristiche. Questo regime si configura come una particolare modalità di esecuzione della pena, la cui compatibilità con l’attività lavorativa prevista dal reddito di cittadinanza è oggetto di approfondimento“.

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