di Francesca Casale

Nell’agosto dell’anno scorso la giovane attivista svedese Greta Thunberg ha iniziato a manifestare con dei sit-in contro le politiche per il clima del governo del suo Paese. Sono nati così i FridaysForFuture, ovvero gli scioperi che tutti i venerdì vedono i giovani riunirsi nelle piazze delle loro città. Questi piccoli gruppi hanno coinvolto sempre più persone andando ad organizzare ben due scioperi globali, uno in marzo e uno in maggio, a cui hanno partecipato milioni di perone.

Oggi siamo quasi al termine della Climate week – la settimana dedicata al cambiamento climatico che ha visto l’organizzazione di eventi in tutto il mondo – con il global climate strike, lo sciopero internazionale che porterà per la terza volta quest’anno milioni di persone nelle strade delle proprie città, in più di 150 paesi. In prima linea i giovani, seguiti sempre più anche da genitori e nonni e da tutti i lavoratori, insegnanti, professori, operai, tramvieri, atleti, attori, influencers. Tutti si troveranno nelle piazze per ricordare ai rispettivi governi che le politiche di mitigazione che stanno promuovendo non sono sufficienti, anzi sono ben lontane dagli obiettivi che ci si è posti.

Anche in Italia ci saranno scioperi in 116 città tra cui Roma, Firenze, Venezia, Lecco, Torino, Monza, Forlì, Savona, Vicenza e Milano, dove addirittura le manifestazioni saranno due, una alle 9 per gli studenti e una alle 18 per tutta la società civile, per permettere a tutti di partecipare nonostante gli impegni lavorativi.

A supporto dei giovani partecipanti ai FridaysForFuture, Italian Climate Network ha creato un pacchetto di materiali (A scuola di Clima) per organizzare dei momenti formativi nelle scuole e fuori da queste, in modo che gli studenti che partecipano al Global Climate Strike possano essere consapevoli dell’entità del problema e che possano continuare ad informarsi attraverso strumenti scientifici semplici e corretti.

Il ministro Sergio Costa, intervenuto al Climate Action Summit di New York, ha sottolineato l’urgenza di agire per arginare gli effetti del cambiamento climatico. Ha anche ricordato come l’Accordo di Parigi sia un patto intergenerazionale che prevede di tutelare i diritti e il futuro delle nuove generazioni e di coinvolgerle nei processi di pianificazione. A supporto di questa causa ha dichiarato che l’Italia nel 2020 ospiterà la Coy, la Conferenza delle Parti per i giovani, un modo per dare la possibilità anche ai giovani attivisti di portare proposte concrete ai governi nazionali.

Come Italian Climate Network, ci appelliamo al ministro affinché alle dichiarazioni seguano azioni concrete, che inseriscano la lotta al cambiamento climatico nel programma politico e modifichino il nostro sistema energetico, produttivo e dei trasporti.

Ormai l’emergenza climatica è attuale, si può vedere anche dal ciclo di webinar organizzato da Italian Climate Network e DeAgostini che coinvolge oltre 6mila docenti delle scuole secondarie. Anche gli insegnanti hanno compreso che l’educazione dei giovani sulle tematiche climatiche è essenziale e i ministri in prima persona hanno il dovere di supportare queste iniziative di divulgazione nelle scuole.

Italian Climate Network parteciperà agli scioperi in tutta Italia e invita tutti a scendere nelle piazze per manifestare per una transizione rapida e giusta che vada a rispettare i diritti delle fasce di popolazione più debole, maggiormente colpite dagli effetti del cambiamento climatico.

Buon Global Strike a tutti!

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