“Siamo riusciti a sputtanare Genova e questo mi dà fastidio da matti”. Manlio Morini sa di cosa parla. Quando ha comprato le azioni Carige, sembrava uno di quegli affaroni da non lasciarsi scappare. Andavano via “quelli della fondazione, di Berneschi” e lui, che aveva 10mila euro sul conto, ha seguito il consiglio del cassiere che gli ha proposto l’acquisto anche per “fiducia nei nuovi” soci, i Malacalza. Ai quali ha affidato quello che pensava che sarebbe diventato un tesoretto per i suoi tre nipoti. Però, invece di lievitare, il denaro si è inesorabilmente dileguato fin dal lunedì successivo al giorno dell’acquisto. Che era un venerdì. Oggi il pacchetto vale poco più di 100 euro. Ma la ricapitalizzazione va fatta “se no è un casino. Però è la gestione quella che ti fa andare avanti veramente: bisogna vedere se questa volta ci sono delle persone capaci di fare delle scelte che convincono la gente”.

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Carige, Genova salva la sua banca. “Oggi ci guadagnano tutti. Azionisti, territorio e dipendenti”

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