Se non hai la tua faccia stampata sul wall of fame, nella galleria dei personaggi famosi non sei nessuno. Tutt’al più puoi rimediare se last minute te la stampano sull’etichetta di bollicine Moet servite al tavolo con petardo scoppiettante avvinghiato al collo della bottiglia. Un sorriso, un click e ti ritrovi anche selfizzato sul tamburello con lo sfondo dei Faraglioni. Sono questi i rituali collettivi (e, se ci sapete fare, anche da rimorchio) nella Taverna Anema e Core, a Capri.

Se non sei proprio stonato come una campana Guido e Gianluigi Lembo (per la cronaca, sono padre e figlio, dunque stesso dna canterino) vi invitano a cantare sul palco Malafemmina, la canzone appassionata che Totò scrisse per Silvana Mangano quando però era già sposata con il big Dino De Laurentiis, che ha portato Cinecittà a Hollywood e viceversa. Ovvio che Dino occupi un posto d’onore sul wall of fame. Sorride adesso da una foto un po’ sciupata dal tempo, con la sua seconda moglie Martha, rigore teutonico ed elegante bellezza.

Mixologist G&G, nel senso che hanno un’abilità tutta loro nel mixare tammuriate e tarantelle con hit come I will Survive, Satisfaction e via dicendo. Gianluigi, laureato in giurisprudenza, alle controversie legali ha preferito le alchimie del sound e, bello e statuario come un faraglione, raccatta like sul web da influenze verace. Si sono esibiti battendo il ritmo e le mani Leonardo di Caprio, Mariah Carey, Beyoncè, Puff Daddy, Jennifer Lopez e Uma Thurman. Ma bisogna attraversare un corridoio umano per avere accesso al super privé dove l’altra sera ha gorgheggiato un ruspante chansonnier, il nostrano Riccardo Scamarcio.

La musica non cambia, la formula di tammurieggiare con il divo di turno fa sì che fuori si formi un’ingorgo umano di aspiranti vip/ugolanti. In fila per un’ora premono, spingono, ma niente da fare: se non sei in lista non entri. Ho sentito con le mie orecchie: “Sono la figlia di Fiona…o devo aggiungere altro!”. I locali dei vicini stanno a guardare con un po’ di invidia, devono aspettare l’ultimo fiato di Gianluigi & band, l’ultimo ballo da movida caprese per avere in pista gli avanzi della fauna notturna.

Di chi sarà mai quel superyacht, 27 cabine, piscina termale sul ponte lunga 9 metri, con fondo in vetro, cinema e spa, ormeggiato di fronte alla Grotta Azzurra. Di Lawrence Stroll, il tycoon canadese con la passione per la Formula 1 (tesoretto personale di 2,6 miliardi di dollari) che in stile Grande Gatsby ha festeggiato i suoi 60 anni a Villa Lysis, a picco sul mare, un tempo il buen retiro del barone Fersen, il dandy snob, giramondo da Grand Tour e poeta incompreso. Accucciato su macchinetta elettrica (di quelle che portano i bagagli) di bianco vestito, con scarpe bianche e con camicia rosa e cravatta rosa in nuance, è arrivato pure un boccheggiante Michael Douglas.

Stesso scenario, quello di Villa Fersen, cambiano i contenuti con “Plenum”, la mostra di Luca Gilli a cura di Marina Guida (con il patrocinio del Comune di Capri e sotto il patronato della Fondazione DonnaRegina per le Arti Contemporanee). Fino al 25 agosto, correte a vederla al tramonto con il sole che si tuffa a mare. 15 scatti d’autore, forme architettoniche classiche e moderne, giochi di linee che sembrano sospesi e che ben si fondono con la simmetria neoclassica della villa, dove tutte è luce. Luce che entra dalle grandi vetrate e che abbaglia per ricordarci che Fersen ne aveva fatto il suo tempio di bellezza. Di meditazione. E di vizi. Un must to see è anche l’Oppiarum, la stanza dell’oppio e dell’oblio. Peccato che lì si sia tolto la vita, con 5 grammi di cocaina sciolta in una flute di champagne.

P.S. Buon Ferragosto a tutti con la vignetta di Guido Ciompi, eclettico architetto/designer, satirico per vocazione.

Articolo Precedente

E tu ce l’hai la sindrome di Trimalcione…? Ingordo, vizioso, decadente

next
Articolo Successivo

Ortigia, io imbucata speciale al gay pride. Fra pistole e pistolotti, una rotonda sul mare di design: il Notoshire fa tendenza

next