Ama Spa, la municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti a Roma, ha finalmente approvato il bilancio 2017, chiuso con una perdita di 136 milioni di euro. Il rosso, secondo quanto dichiarato dalla presidente Luisa Melara, non deriverebbe tanto dalla nota disputa con Roma Capitale sui crediti pregressi dei servizi cimiteriali (circa 18 milioni), quanto dalla svalutazione immobiliare relativa ai locali aziendali che avrebbero dovuto ospitare il Centro carni. Un’operazione da 103 milioni di euro “ammortizzabile già con il documento finanziario 2018”. Per ottenere il via libera definitivo, il bilancio dovrà essere validato anche dall’Assemblea dei Soci – quindi dal Comune di Roma – poi si passerà al bilancio 2018.
Nel documento approvato dal cda, si parla anche di un valore della produzione pari a 810 milioni di euro e di un margine operativo lordo che si attesta al 15,9% del valore della produzione. “Migliora sensibilmente – spiega l’Ama – per ben 57 milioni, la posizione finanziaria netta dell’azienda, essendo l’indebitamento finanziario diminuito di quasi il 40% rispetto al 2010 e sceso da 585 milioni di euro a 327 milioni del 2017 (-57 milioni rispetto all’anno precedente). Anche l’ammontare dei debiti verso i fornitori, più che dimezzato nell’arco degli ultimi nove anni – dai 350 milioni del 2009 ai 152 milioni del 2016, dunque circa -60% – si riduce di ulteriori 9 milioni, scendendo a 141 milioni di euro“. Nonostante la perdita, l’Ama “risulta avere un patrimonio netto positivo per circa 134 milioni di euro”.
Il bilancio 2017 dell’Ama era bloccato dal 31 marzo 2018, da quando il vecchio cda presieduto da Lorenzo Bagnacani aveva approvato la bozza poi bocciata dai tecnici di Roma Capitale. Alla base della disputa, andata avanti per quasi 1 anno, una partita di crediti e debiti su servizi cimiteriali riconducibili al periodo 2006-2012: secondo il precedente management, i 18 milioni (sui 60 milioni) contesi sarebbero dovuti essere scalati dallo stato patrimoniale, secondo il Campidoglio dal conto economico, determinando una perdita d’esercizio che strideva con il pareggio precedente. La lite contabile è divenuto uno acerrimo scontro politico, con una serie di fascicoli aperti dalla Procura di Roma e dalla Corte dei Conti sulla base di reciproci esposti e sulla cacciata del precedente cda, subito dopo le dimissioni dell’ex assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari. Ad oggi, la casella nella giunta Raggi è ancora vacante.
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