Platinata, amante dei vestiti leopardati e con alle spalle un passato in cui il suo nome era Paul, la transessuale Cinzia “Otherside” è tra i personaggi più amati di Rat-Man, serie a fumetti nata come parodia dei supereroi Marvel e DC Comics scritta e disegnata dal 1989 al 2017 da Leonardo “Leo” Ortolani, tra i fumettisti italiani più conosciuti e amati dal pubblico.

Nata come spalla comica, col tempo Cinzia si è guadagnata un posto nel cuore dei fan di Rat-Man grazie a battute e gag con al centro l’amore non corrisposto per il supereroe del fumetto e, anche, la sua transessualità. Negli anni è stata protagonista di diverse storie, come Cinzia la Barbara o La gladiatora, fumetti in cui ha ricoperto il ruolo di celebri personaggi maschili della cultura pop in modo parodico e umoristico. Quello che mancava, però, era una storia che la vedesse protagonista senza Rat Man. Una storia che potesse indagare a fondo il personaggio non solo nei suoi aspetti più divertenti e umoristici, ma che la facesse conoscere al pubblico come personaggio in cui tutti possono riconoscersi: forte ma anche fragile, ironica e allo stesso tempo vulnerabile agli sguardi altrui, unica eppure col desiderio di omologarsi.

Ed è proprio con Cinzia (BAO Publishing, 2018) che Leo Ortolani decide di raccontare queste caratteristiche del personaggio, affrontando temi come la (tran)sessualità, la ricerca della propria identità e l’accettazione di sé. Il tutto con la consueta ironia che lo ha fatto conoscere dal grande pubblico perché, se da un lato il graphic novel di Ortolani commuove e fa riflettere, dall’altro non si può fare a meno di ridere. È lo stesso autore a raccontare il personaggio di Cinzia e la genesi del romanzo a fumetti.

Da Rat Man a oggi sono passati quasi 30 anni. Chi è Cinzia Otherside e come si è evoluta nel tempo?
Cinzia Otherside nasce come comprimario nella serie Rat-Man. Appare già nella prima storia di Rat-Man (1989, ndr), nelle vesti di un postino che in seguito a un bacio di Rat-Man sceglie la sua parte femminile e diventa “Cinzia, la lucciola della Quinta strada”. Una gag banale, buttata lì per questioni di ritmo, senza nessun retropensiero. Ma allora anche Leo Ortolani non è che fosse quel grande pensatore, aveva 22 anni, non sapeva quasi niente del mondo. Ma crescendo l’autore è cresciuta anche Cinzia, si è rivelato un personaggio molto più interessante delle sue battute e soprattutto è cresciuto l’affetto dei lettori nei suoi confronti, perché Cinzia è veramente irresistibile.

Perché proprio ora un fumetto su Cinzia?
Non c’è uno scopo particolare, dietro un libro, se non quello di raccontare una storia bella e interessante. Non avevo certo motivazioni politiche o sociali. Eppure, raccontare la vita di una donna transessuale, che ormai conosco da trent’anni, è diventato qualcosa di più. Un po’ per via dei tempi che stiamo attraversando, un po’ per via che Cinzia meritava, alla fine, una storia tutta sua, dove fosse finalmente lei, la protagonista assoluta. E infatti in questo romanzo a fumetti Cinzia non ha alcun legame con la serie di Rat-Man e tutti possono leggerlo senza nemmeno sapere che è esistita, una serie di Rat-Man.

Nel libro ha scelto di trattare con l’ironia temi come transessualità, religione e movimenti Lgbtqi. Come ha fatto?
Nel solito modo con cui affronto ogni cosa. Con la precisione del bisturi e la delicatezza dell’umorismo british. O surreale. Dove si fa ridere anche su cose terribili, ma con quella compassione e quella empatia che secondo me occorrono sempre. Oltretutto, essendo padre di figlie femmine, ho trattato Cinzia come fosse la mia figlia maggiore, con tutto l’amore paterno verso un mio personaggio. Di fatto, in Cinzia si ride con lei e non di lei.

Le associazioni Lgbtqi hanno letto il fumetto?
Molte associazioni hanno letto e apprezzato il fumetto, a partire dal Movimento Identità Trans (MIT) di Bologna, che ha accettato di presentare il libro insieme a me. Dopo di loro, abbiamo presentato il libro insieme a rappresentanti delle associazioni Lgbtqi in diverse città e ovunque ho avuto un’accoglienza positiva e calorosa. Nemmeno io mi aspettavo che Cinzia avrebbe riscosso questo affetto, sapevo di avere scritto una bella storia, ma quando il libro è uscito è andato bene oltre ogni mia previsione. Sono molto contento che sia andata così. Siamo nel 2019, sarebbe ora di ridefinire la normalità come una condizione di armonia con se stessi e con quello che siamo, non su base binaria.

Nel fumetto però compare anche l’associazione Natura & Famiglia, un nome che rievoca soggetti reali e da sempre in lotta contro le persone come Cinzia.
In ogni storia occorre inserire delle difficoltà, degli antagonisti. Era scontato che contro Cinzia si sarebbero accanite determinate associazioni che portano avanti un’ideologia (pro-life e anti-gender, ndr) piuttosto sconclusionata e dai risvolti umoristici irresistibili. Non potevo non farne dei comprimari.

Nella prefazione la scrittrice e astrofisica Licia Troisi dice che la sua è un’opera “importante”, in grado di colpire il nostro perbenismo e la nostra smania di giudicare. Che ne pensa?
Penso che Licia sia troppo gentile! E che abbia visto oltre il mio orizzonte, considerando Cinzia un romanzo a fumetti che parla a tutti, perché prima o poi tutti siamo considerati “diversi” o “strani” e allora occorre avere fiducia in ciò che siamo, per potere andare avanti, nonostante tutto e tutti.

Pensa che in Italia si parli poco e male di genere e discriminazione?
Non direi. Se ne parla molto, solo che sono ancora troppo poche le orecchie che ascoltano. Molti preferiscono ascoltare quando a questi temi viene associata morbosità o cronaca nera. Siamo ancora un popolino che si indigna e che freme di fronte a certe notizie, ma dovremmo fare un passo in più e crescere, nel cuore e nel cervello, perché certe notizie non vengano più date. O non vengano più date con quelle modalità.

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