Che scena formidabile! Gianluca Savoini, già portavoce di Matteo Salvini, in missione a Parigi riceve dalle mani di Mohamed Khabbachi, emissario di re Mohammed VI, 150mila euro. Li spacchetta in bagno, ma colto dall’emozione per via di un intruso a cui evidentemente scappa la pipì, li lascia cadere . È un cesso alla turca. Il povero Savoini è costretto a raccogliere e ripulire le banconote una a una. È il 2016. L’anno prima Savoini aveva accompagnato Matteo Salvini in Marocco, terra bellissima anzi “stupenda”, disse il nostro Matteo. “In Marocco bisogna investire”, raccomandò.

L’amicizia marocchina, finora sconosciuta, riempie il cuore. Chissà che Salvini, in questi giorni in missione nel Sud d’Italia, non decida di aprire il suo orizzonte, per un domani spettacolare, ancora più a sud, nel teatro stupendo del Maghreb. Spiegherà, al modo che ha fatto con i meridionali, che copriva di offese figurative per via del suo instancabile fervore dialettico e uno spinto esercizio ironico, che mai e poi mai ha pensato di fermare i barconi in mare. “Chiedete a Toninelli”, dirà.

Al di là dei soldi, della transazione parigina nell’anticamera del cesso alla turca, dell’emissario del re del Marocco, delle numerose amicizie di Savoini, un vero tuttofare, un senso sconosciuto della Lega per gli altri, soprattutto per l’Africa. Molti anni fa accadde, per esempio, che il papà di Giancarlo Giorgetti, uomo di polso della Lega, nel suo ruolo di presidente di una cooperativa di pescatori del lago di Varese, dovesse affrontare la decisione delle decisioni. Cosa farne dei pesci gatto, l’unica specie che fioriva nelle acque lumbard. Il pesce gatto ha una carne molto grassa, cucinarla non è da tutti, gli italiani, a parte nelle valli di Comacchio, non la mangiano.

I pescatori del lago di Varese, tutti orgogliosamente padani, valutarono il da farsi. Gli unici clienti dal portafoglio pronto erano i senegalesi. La politica si fece allora da parte, il sole delle Alpi si distrasse per un momento e quegli africani di stanza in Italia, tanti e tanti vu’ cumprà, furono chiamati a fare l’affare.
I vu cumprà divennero così i clienti principali dei pescatori leghisti.
Tutto torna!

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